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mUSEO DELLA RESISTENZA

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IL Museo della Resistenza

Indirizzo
Via Guglielmo Marconi nr. 2

Telefono
0171 391833

fermentimusei.com
Immagine
Adriana Filippi
Il Museo, allestito all’ultimo piano di questo antico palazzo del 1600, sede del  Municipio fino al 1936, è dedicato alla memoria della resistenza italiana ed in particolare a quella bovesana poiché in esso è esposta la raccolta dal titolo “Impressioni – Momenti di vita partigiana”, composta da 150 quadri, tra disegni, pastelli ed olii, eseguiti dal vero dalla pittrice Adriana Filippi, nel tempo e sul luogo dell’azione partigiana con i personaggi operanti sulla Bisalta tra l’8 settembre 1943 e l’aprile 1945.

Le opere si richiamano a una pagina gloriosa della nostra storia, affinchè il sacrificio di un popolo, vissuto nell’eroismo e nella dedizione con cui venne affrontata e vinta la furia di struggitrice della barbarie, non vada perduta.
La mostra, che costituisce un raro e prezioso documento storico e testimonianza diretta di fasi vissute, può essere suddivisa in due sezioni, una paesaggistica dove vengono raffigurate baite e nascondigli e una in cui vengono ritratti i partigiani anche durante le loro mansioni e azioni quotidiane.

Adriana Filippi, Cavaliere al Merito della Repubblica, ha vissuto per  due volte le molteplici vicende, prima come partigiana, poi come artista tra i partigiani, impressionando su tela, con tocco estremamente sensibile, momenti tragici di quell’infausto periodo di dominazione nazifascista.

La pittrice nasce a Torino il 25/09/1909 e muore a Roma il 03/03/1982.
Appena diplomata, all’Accademia Fiorentina delle Belle Arti, lascia la residenza torinese perché già sotto i bombardamenti e si trasferisce con la madre Mariangela, compagna inseparabile, a S. Giacomo di Boves, in veste di insegnante presso la locale scuola elementare.
Sopravvenuta la guerra di Liberazione, mamma e figlia rimangono in quella località isolata e così l’11 settembre del 1943 vedono giungere i primi sbandati, seguiti il 15 da contingenti d’ufficiali e di soldati con un cannone; il 19 settembre assistono all’eccidio di Boves, prima rappresaglia nazista contro la presenza nei dintorni montani di gran parte della IV Armata.
La si può definire come un reporter di guerra con cavalletto e pennello: nei suoi quadri sono colte le scene più umane, cariche d’amore ma anche di pericolo.
Adriana Filippi, insieme alla madre, cerca di aiutare e portare conforto ai partigiani: la loro modesta casa viene trasformata in un piccolo ospedale ed ambulatorio, improvvisandosi infermiere, avvalendosi di mezzi di fortuna e ricorrendo anche all’uncinetto per estrarre schegge dalle ferite.
Il museo della resistenza ospita inoltre alcuni cimeli di guerra, documenti, testi, medaglie, gagliardetti  ed altro materiale vario donati alla comunità bovesana dalle numerose delegazioni che periodicamente omaggiano la città martire decorata con medaglia d’oro al valor militare e civile.
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