Municipio nuovo
Dal libro “Storia popolare di Boves” di Don Lorenzo Peirone pag 142
Nel anni 1935-36, durante il periodo della guerra di Etiopia, si costruì il nuovo Palazzo Municipale.
Bello e grandioso fabbricato sul vecchio “ Pelerin “ di piazza Italia, in coerenza dell’edificio scolastico di Piazza Borelli. Nella parte centrale una massiccia torre si innalza a dominare la piazza.
Al terzo piano un’ampia sala per le adunanze del Consiglio: sala che serviva molto bene per adunanze e riunioni di qualche importanza.
Per la costruzione del nuovo municipio diede anche un forte contributo in denaro la Cassa Rurale.
Dal libro “L’albero della libertà” di Mario Martini pag 194
Mentre si ultimavano i lavori di sistemazione in piazza del Littorio (piazza Caduti), il Podestà Morabito dava incarico all’ingegner Riccardo Vigna Taglianti di redimere il progetto di un nuovo palazzo municipale da costruirsi in piazza Italia.
La scelta dell’area cadde su un’ala del vecchio edificio Cambrisson e sul Pelerin che, costruito esattamente cento anni prima, cominciava ad accusare segni di vetustà ed era parzialmente crollato l’inverno precedente sotto il peso della neve.
L’ingegner Vigna, attenendosi ai modelli architettonici di uso corrente, redasse un progetto nel quale lo stile littorio veniva tuttavia piegato, con saggio equilibrio piemontese, a precise esigenze di funzionalità; la stessa torretta, per quanto simbolo di una precisa epoca storica, pur nella sua inutilità pratica, pareva ispirarsi alle torri campanarie dei vecchi edifici municipali e non turbava l’armonia architettonica dell’insieme.
Il piano funzionario prevedeva una spesa di circa duecento mila lire, coperta con un mutuo della Cassa di Risparmio ed un contributo di cinque mila lire della locale Cassa Rurale.
I lavori, assegnati all’impresa Pier Antonio Morino, vennero avviati nella primavera del 1935.
Nell’androne d’ ingresso, ai piedi della scala, venne collocato un blocco di marmo nero estratto da una cava della frazione Cerati. Si era in periodo di sanzioni e il Podestà aveva voluto evidenziare che nella costruzione si era fatto uso solo di materiale autarchico.
A lavori ultimati si provvede a decorare la travatura del primo piano con la parole DUCE, scritta a carattere cubitali, mentre in alto una lunga frase ricordava ai bovesani che “il popolo italiano ha creato col suo sangue l’Impero, lo feconderà con il suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi”……
Il municipio verrà dato alle fiamme dai tedeschi nell’infausto 19 settembre 1943 e il 2 ottobre 1949, il palazzo restaurato verrà consegnato ufficialmente, al Sindaco di Boves Avv. Enrico Cavallo, dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, accompagnato dal. Ministro Bertone.
Nel anni 1935-36, durante il periodo della guerra di Etiopia, si costruì il nuovo Palazzo Municipale.
Bello e grandioso fabbricato sul vecchio “ Pelerin “ di piazza Italia, in coerenza dell’edificio scolastico di Piazza Borelli. Nella parte centrale una massiccia torre si innalza a dominare la piazza.
Al terzo piano un’ampia sala per le adunanze del Consiglio: sala che serviva molto bene per adunanze e riunioni di qualche importanza.
Per la costruzione del nuovo municipio diede anche un forte contributo in denaro la Cassa Rurale.
Dal libro “L’albero della libertà” di Mario Martini pag 194
Mentre si ultimavano i lavori di sistemazione in piazza del Littorio (piazza Caduti), il Podestà Morabito dava incarico all’ingegner Riccardo Vigna Taglianti di redimere il progetto di un nuovo palazzo municipale da costruirsi in piazza Italia.
La scelta dell’area cadde su un’ala del vecchio edificio Cambrisson e sul Pelerin che, costruito esattamente cento anni prima, cominciava ad accusare segni di vetustà ed era parzialmente crollato l’inverno precedente sotto il peso della neve.
L’ingegner Vigna, attenendosi ai modelli architettonici di uso corrente, redasse un progetto nel quale lo stile littorio veniva tuttavia piegato, con saggio equilibrio piemontese, a precise esigenze di funzionalità; la stessa torretta, per quanto simbolo di una precisa epoca storica, pur nella sua inutilità pratica, pareva ispirarsi alle torri campanarie dei vecchi edifici municipali e non turbava l’armonia architettonica dell’insieme.
Il piano funzionario prevedeva una spesa di circa duecento mila lire, coperta con un mutuo della Cassa di Risparmio ed un contributo di cinque mila lire della locale Cassa Rurale.
I lavori, assegnati all’impresa Pier Antonio Morino, vennero avviati nella primavera del 1935.
Nell’androne d’ ingresso, ai piedi della scala, venne collocato un blocco di marmo nero estratto da una cava della frazione Cerati. Si era in periodo di sanzioni e il Podestà aveva voluto evidenziare che nella costruzione si era fatto uso solo di materiale autarchico.
A lavori ultimati si provvede a decorare la travatura del primo piano con la parole DUCE, scritta a carattere cubitali, mentre in alto una lunga frase ricordava ai bovesani che “il popolo italiano ha creato col suo sangue l’Impero, lo feconderà con il suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi”……
Il municipio verrà dato alle fiamme dai tedeschi nell’infausto 19 settembre 1943 e il 2 ottobre 1949, il palazzo restaurato verrà consegnato ufficialmente, al Sindaco di Boves Avv. Enrico Cavallo, dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, accompagnato dal. Ministro Bertone.