Lo stemma della città
Nel volume degli Statuti, stampato per la prima volta in Torino nell’anno 1573, troviamo impresso sul frontespizio lo stemma di Boves, consistente in un bue volto a sinistra, il quale tiene sollevata la zampa destra anteriore. In un’adunanza del 23 febbraio 1614 messere Spirito Indio riferì nel Consiglio “haver in virtù delli ordini ducali fatto fede ai signori Delegati delle Informazioni sopra l’antiquità et uso delli anni sessanta e più dell’Arma della Comunità di Boves, per averne la confirmatione et più a pieno ecc.
Lì otto maggio detto anno, nel Consiglio ordinario suddetto ha rifferto messer Ascanio Ghinami havere rapportato l’atto di permissione ed confirmatione dell’arma pubblica di detta Comunità sigillato ed sottoscritto Maccardi secretario…”
L’insigne antichissima della Comunità di Boves venne dunque confermato come segue: in campo azzurro, bue d’oro rampante sulla pianura erbosa al naturale.
Rimonta certo alla medesima epoca lo stemma in marmo che trovasi tuttora sopra la porta d’ingresso al palazzo comunale; e quantunque non si conosca il tempo in cui la Comunità abbia preso a far uso di bolli e stemmi col bue non più rampante, ma nella posa naturale perchè non avesse troppo rassomiglianza con quello di Torino.
Attualmente sullo stemma campeggia un bue non rampante. rivolto a sinistra su prato verde e cielo azzurro, con sfondo la Bisalta sormontato da una corona e circoscritto a sinistra da un ramo d’olivo e a destra da un ramo di quercia uniti tra loro (sotto) con la scritta in latino: “ Ex labore quies ”.
Lì otto maggio detto anno, nel Consiglio ordinario suddetto ha rifferto messer Ascanio Ghinami havere rapportato l’atto di permissione ed confirmatione dell’arma pubblica di detta Comunità sigillato ed sottoscritto Maccardi secretario…”
L’insigne antichissima della Comunità di Boves venne dunque confermato come segue: in campo azzurro, bue d’oro rampante sulla pianura erbosa al naturale.
Rimonta certo alla medesima epoca lo stemma in marmo che trovasi tuttora sopra la porta d’ingresso al palazzo comunale; e quantunque non si conosca il tempo in cui la Comunità abbia preso a far uso di bolli e stemmi col bue non più rampante, ma nella posa naturale perchè non avesse troppo rassomiglianza con quello di Torino.
Attualmente sullo stemma campeggia un bue non rampante. rivolto a sinistra su prato verde e cielo azzurro, con sfondo la Bisalta sormontato da una corona e circoscritto a sinistra da un ramo d’olivo e a destra da un ramo di quercia uniti tra loro (sotto) con la scritta in latino: “ Ex labore quies ”.
Il nome di Boves
"Come già si è detto, ignorasi quale abbia potuto essere il nome di questo paese, allorquando era Municipio romano. In un documento del Cartario della Chiesa d’Asti del 920 chiamasi Bovis… ma in quello precedente, sovracitato, dell’815 troviamo Bovixio, nel secolo undicesimo leggesi Bovicium; in seguito Bovesium, Bovexium, Boves, Bovixium, Bovisium, Bovitium, Bovese, Bovine.
Dal 1500 in poi trovasi quasi sempre Bovis, Boves e talvolta ancora Bovice, il nome finalmente al principio di questo secolo si costituisce in modo assoluto in Boves.Tali mutamenti noi li incontriamo nelle cronache, negli annali e in ispecie nelle carte numerose autentiche, le quali si sono esaminate, per raccogliere le presenti memorie; ma tutto fa credere che il nome del paese, vero, quale corse almeno dal mille in poi nelle comuni relazioni fra gli abitanti, sia sempre stato Boves (1), e che le varie desinenze in itium, ixium, esium, isium, is, ese, ice, ecc., siano derivate dalla tendenza di tradurre in latino, poi in francese, anche i nomi propri, come rileviamo ad ogni momento quando leggiamo documenti medioevali o dell’epoca delle dominazioni francesi.
Che il nome di Boves sia antico lo dimostrano i consimili nomi di Bovillae nel Lazio, di Bovianum nel Sannio, così pure di Bovo, Bovium, ecc. Il nostro era probabilmente Bovisium o Bovesium: in questa ultima ipotesi, forse ai primi albori della lingua volgare, i quali appunto rimontano all’ottavo e nono secolo, perdette nell’uso comune la desinenza latina e divenne Boves. Si son volute porre sott’occhio al lettore le suddette supposizioni, avvalorate dal fatto che vari nomi di città antichissime del Piemonte erano uguali o almeno molto simili a quelli di altre città antiche dell’Italia inferiore.
Occorre qui aggiungere che in un documento del decimo secolo trovammo indicato il territorio Bovitio, e che in alcune carte del codex astensis del Malabaila si fa cenno dei Bovesii volendo intendere con questo nome i signori di Boves.
Le prove sin qui addotte c’inducono a concludere che questo nome, quale fu nelle varie sue metamorfisi durante dieci secoli, e qual’è al presente, non può a meno d’essere nome di terra antica romana. Forse cospicua e florida in quei remoti tempi".
Dal 1500 in poi trovasi quasi sempre Bovis, Boves e talvolta ancora Bovice, il nome finalmente al principio di questo secolo si costituisce in modo assoluto in Boves.Tali mutamenti noi li incontriamo nelle cronache, negli annali e in ispecie nelle carte numerose autentiche, le quali si sono esaminate, per raccogliere le presenti memorie; ma tutto fa credere che il nome del paese, vero, quale corse almeno dal mille in poi nelle comuni relazioni fra gli abitanti, sia sempre stato Boves (1), e che le varie desinenze in itium, ixium, esium, isium, is, ese, ice, ecc., siano derivate dalla tendenza di tradurre in latino, poi in francese, anche i nomi propri, come rileviamo ad ogni momento quando leggiamo documenti medioevali o dell’epoca delle dominazioni francesi.
Che il nome di Boves sia antico lo dimostrano i consimili nomi di Bovillae nel Lazio, di Bovianum nel Sannio, così pure di Bovo, Bovium, ecc. Il nostro era probabilmente Bovisium o Bovesium: in questa ultima ipotesi, forse ai primi albori della lingua volgare, i quali appunto rimontano all’ottavo e nono secolo, perdette nell’uso comune la desinenza latina e divenne Boves. Si son volute porre sott’occhio al lettore le suddette supposizioni, avvalorate dal fatto che vari nomi di città antichissime del Piemonte erano uguali o almeno molto simili a quelli di altre città antiche dell’Italia inferiore.
Occorre qui aggiungere che in un documento del decimo secolo trovammo indicato il territorio Bovitio, e che in alcune carte del codex astensis del Malabaila si fa cenno dei Bovesii volendo intendere con questo nome i signori di Boves.
Le prove sin qui addotte c’inducono a concludere che questo nome, quale fu nelle varie sue metamorfisi durante dieci secoli, e qual’è al presente, non può a meno d’essere nome di terra antica romana. Forse cospicua e florida in quei remoti tempi".