Le origini
Le sue origini romane sono abbastanza probabili: ne fanno fede diversi reperti archeologici, tra i quali una notevole stele funeraria rinvenuta nel 1919 in frazione Sant'Anna, conservata in originale nel Museo Civico di Cuneo e in calco nell’atrio del Municipio: risalente con molta probabilità al I secolo d.C, rappresenta una lotta tra tori e cani.
Il Medioevo
In seguito le vicende di Boves si fanno confuse, attestate da dubbi documenti, tra i quali forse merita credibilità un atto di donazione del Marchese Bonifacio del Vasco, che cita una chiesa di Santo Stefano, attorno alla quale potrebbe essersi sviluppato un insediamento. Si sa per certo che, nel 1198, gli abitanti di Boves e della vicina Brusaporcello (l'odierna frazione di Fontanelle) contribuiscono alla fondazione di Cuneo, alla quale resteranno sempre strettamente legati, nelle alterne vicende successive, fino all'inserimento definitivo nello stato Sabaudo nel 1396.
E’ la costruzione del Ricetto, cioè del nucleo fortificato, l’atto più rilevante del Medioevo bovesano, quello che plasmerà l’assetto urbanistico della città anche se le mura saranno abbattute nel 1557.
E’ la costruzione del Ricetto, cioè del nucleo fortificato, l’atto più rilevante del Medioevo bovesano, quello che plasmerà l’assetto urbanistico della città anche se le mura saranno abbattute nel 1557.
Il 1600-1800
Quella che segue è storia di carestie, di invasioni, di fragili investiture feudali, fino alle invasioni francesi del 1799 e al ritorno dei Savoia avvenuto nel 1814. Nel 1817 Boves sarà scorporata dalla diocesi di Mondovì e inserita nella nuova diocesi di Cuneo.
Nell’Ottocento la città cresce rapidamente; nel 1887 vi transita il primo treno, sulla linea che da Cuneo arriverà a Nizza.
Nell’Ottocento la città cresce rapidamente; nel 1887 vi transita il primo treno, sulla linea che da Cuneo arriverà a Nizza.
Il Novecento
A segnare dolorosamente la storia di Boves sono gli eventi della seconda guerra mondiale, quando Boves diventa un simbolo e la prefigurazione della tragedia collettiva che si sta consumando in Italia.
Tra il 10 e il 16 settembre 1943, le borgate di Boves, sulle pendici della Bisalta, si riempiono di militari sbandati e di civili che tentano di organizzare “qualcosa” che ancora non sanno e che solo più avanti si chiamerà “Resistenza”.
Tra il 10 e il 16 settembre 1943, le borgate di Boves, sulle pendici della Bisalta, si riempiono di militari sbandati e di civili che tentano di organizzare “qualcosa” che ancora non sanno e che solo più avanti si chiamerà “Resistenza”.