
Il Santuario Regina Pacis
Parrocchia di Fontanelle
Il fondatore del Santuario della Regina Pacis, don Biagio Agostino Pellegrino, è nato il 9 agosto 1882 ed è figlio di due semplici operai del locale filatoio. A soli quattro anni perde la madre in seguito a una brutta malattia e vive il periodo dell’infanzia tra stenti e sofferenze. Nel 1893, finito il corso elementare, vuole entrare in seminario e unirsi al fratello Matteo ma, poiché il padre non è in grado di pagare la retta, riuscirà a entrarvi.
Solo nel 1896 ottenendo nel 1901 la vestizione dell’abito clericale. Dopo gli anni di preparazione al ministero pastorale, nel 1913 viene inviato a Fontanelle diventando il primo Parroco-Arciprete del paese.
Il Santuario
Poco dopo essere giunto Fontanelle il Parroco decide di erigere una nuova chiesa per la popolazione ma nel 1917 viene richiamato alle armi.
Ritornato dalla guerra, prende in considerazione l’idea personale di erigere un vero Santuario, per farne un grande centro di devozione mariana e pubblica la sua proposta nel periodo mensile della parrocchia.
L’avvocato Beltrù, proprietario del terreno non vuole assolutamente vendere il suo fondo e aderire alle sue insistenti richieste dove Don Pellegrino vuole far sorgere il Santuario.
Dopo numerose laboriose trattative riesce a ottenere un terreno molto distante dalla chiesa parrocchiale e si accinge alla costruzione. I lavori proseguono con una certa celerità e le mura del coro e di un lato hanno già raggiunto l’altezza del cornicione. Quando nella notte del 14 settembre 1923 tutto crolla improvvisamente.
La notizia portata al mattino è un colpo tremendo tanto da farlo piangere.
Ma non si perde d’animo, confidente nella Vergine, attende un segno dall’alto. Questo segno dal cielo gli appare qualche giorno dopo, quando un parrocchiano già tenacemente contrario all’idea di una nuova chiesa, viene a dirgli: “Coraggio Arciprete non se la prenda per il crollo della sua chiesa. Quel sito era il meno indicato. La Madonna non la voleva là. Vedrà ne faremo una più bella e più grande.” Nessun altro avrebbe potuto confortarlo maggiormente. La sua gioia è al colmo qualche giorno dopo, quando l’avvocato Beltrù commosso anch’egli dalla sua disgrazia, si decide a cedergli e vendergli il sospirato terreno inizialmente scelto da Don Pellegrino.
Il progetto del Santuario viene offerto gratuitamente dall’architetto Pier Giuseppe Mazzarelli; nei primi mesi del 1924 iniziano i lavori e nella primavera del 1927 il tetto è ormai ultimato. Nel luglio del 1928 si ha la solenne benedizione dell’opera intitolata SANTUARIO REGINA PACIS insieme ad una moltitudine di persone; la chiesa però è ancora spoglia di quadri ed opere e nel 1939 si ha l’incoronazione della statua di Regina Pacis. Costruito il tempio, Don Pellegrino acquista a più riprese l’ampio terreno circostante che gli dà modo di avere il giardino con parco di ritrovo per i pellegrini in visita. In seguito acquisterà la collinetta attigua dove erigerà la Cappella dell’Addolorata, la grotta di Lourdes e il monumento ai Caduti.
Don Pellegrino morirà in seguito a malattia il 17 dicembre 1943 all’età di 61 anni.
I Parroci che sono seguiti hanno ulteriormente abbellito il Santuario:
nel 1950 si rese necessario ingrandire l’opera, nel 1970 si ha la sistemazione del piazzale attiguo dotandolo di un porticato, negli ultimi anni è stato rifinito il presbiterio, il pavimento e le due cappelle laterali.
Per quanto riguarda lo stile artistico, il Santuario Regina Pacis è una costruzione di stile composito, in parte barocco e in parte rinascimentale come si può notare nelle facciata del Santuario a opera dell’architetto Mazzarelli.
La grande cupola quadrangolare interna il pittore A. Paracchini raffigura in un’ armoniosa composizione, il trionfo del bene sul male: Maria vittoriosa sul peccato; l’eroina ebrea Ester salvatrice del suo popolo; Giuditta liberatrice degli Ebrei contro gli Assiri; l’Arca di Noè che naviga sicura verso pace sicura. L’opera presenta le caratteristiche dello stile barocco (indirizzo artistico che si affermò in Italia e in Europa nel sec. XVII) Nelle quattro vetrate della cupola spiccano per i vividi colori le rappresentazioni sulla Natività, l’Ascensione, Maria Ausiliatrice e l’Invocazione alla pace. Sui pennacchi dei quattro angoli figurano i profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele.
Sotto di essi i quattro pulpiti di noce ripropongono i quattro Profeti Maggiori, ad opera di Lino Barale, il trionfo sul peccato e sul demonio.
Nei quattro spigoli interni della pianta a forma di croce, in altrettante nicchie poste sotto i pulpiti, ecco quattro rappresentazioni sceniche che acquistano suggestione accendendo le luci:
S. Gioachino con S. Anna e la figlia Maria; la Madonna Bambina; la Nascita di Gesù; le anime del Purgatorio.
Sulla parete dietro l’altare campeggia l’icona principale, di Mario Caffaro Rore (Torino): rappresenta la Regina della Pace col Figlio proteso in avanti e un ramo d’olivo nella mano; una pioggia di rose simboleggia le grazie che la Madonna elargisce sui miseri e sofferenti; il suo sguardo verso la figura di Don Pellegrino, il fondatore del Santuario, sepolto proprio ai piedi di questa grande immagine.
Nella cappella laterale di sinistra trovasi la statua della Regina Pacis, sempre ornata di fiori e di luce, con un ramo d’olivo d’oro in mano, donato dai Reduci, della Seconda Guerra Mondiale nel 1946. Ha il capo coperto di un velo bianco, come la volle Don Pellegrino, il quale la ricavò da una statua di Maria Ausiliatrice, alla quale era devoto Don Bosco.
La cappella laterale di destra è detta “delle Confessioni”.
In queste due cappelle laterali campeggiano le grandi tele di G. Poloni, intitolata “la Patria” raffigura i Caduti, l’altra intitolata “per l’umanità” raffigura la croce con il Cristo che vogliono interpretare la volontà del fondatore di dedicare il tempio ai Caduti.
Negli ambulacri ai lati del presbiterio sono radunati moltissimi quadri votivi “per grazia ricevuta”.
La statua lignea raffigurante la Regina Pacis venne ricavata da una statua dell’Ausiliatrice con il capo coperto da un velo e la corona che indossa non è l’autentica, la quale è chiusa in cassaforte.
Ultimamente, nel 2005, in un’ala del parco ecco che l’Arciprete Don Silvio fece costruire un anfiteatro con tutti i misteri del Rosario in vetro con l’altare dominata dalla grotta dall’Immacolata.
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Santuario Regina della Pace di Fontanelle
Tratto da “Storia di Boves” di Don Lorenzo Peirone
Fontanelle è una frazione di Boves che dista 3 Km dal Capoluogo e si trova sulla provinciale per Borgo S. Dalmazzo ed è la località più turistica di Boves.
Si tratta soprattutto di una meta religiosa, per i fedeli che vengono in gita o in pellegrinaggio al Santuario della “Regina della Pace”.
Questo Santuario è piuttosto recente. Esso è sorto nel 1938 quasi prodigiosamente tra mille difficoltà dall’incrollabile volontà di Don Agostino Pellegrino, benedetto nella culla da S. Giovanni Bosco.
Il Santuario si presenta come un’opera di stile composito, in parte barocco ed in parte rinascimentale. Il progetto iniziale fu dell’architetto Pier Giuseppe Mazzarelli di Torino,
l’ampliamento fu eseguito dall’architetto Della Piana.
Un bel colpo d’occhio si ha dall’antistante Corso Giovanni XXIII, appare l’elegante facciata con le due torrette campanarie, dietro cui si eleva in armoniosa simmetria la superba cupola e la Bisalta che fa da sfondo sull’orizzonte.
Entrando si rimane vincolati da una mistica suggestione. Lo sguardo corre subito verso l’alta cupola quadrangolare che sovrasta lo spazio centrare della pianta a croce greca.
Sulla parete dietro l’altare campeggia l’icona principale di Mario Caffaro Rore (Torino): rappresenta la Regina Della Pace col Figlio proteso in avanti e un ramo d’olivo nella mano. Una pioggia di rose simboleggia le grazie che la Madonna elargisce sui miseri e i sofferenti; il suo sguardo è volto verso la figura di Don Pellegrino, il fondatore del Santuario, sepolto proprio ai piedi di questa grande immagine.
Nella Cappella laterale di sinistra si trova la statua di Regina Pacis, sempre ornata di fiori e di luce, con un ramo d’ulivo d’oro, donato dai Reduci della 2^ Guerra Mondiale.
La cappella laterale di destra è detta “delle Confessioni” e in queste due cappelle campeggiano le grandi tele di G. Poloni, che vogliono interpretare la volontà del fondatore di dedicare il tempio ai Caduti.
Il parco adiacente al Santuario è predisposto per la sosta dei turisti e dei fedeli: viali, fontane, tavoli e spazio per i giochi dei bambini. Ai piedi della collina ci sono la grotta della Madonna di Lourdes e la cappella dell’Addolorata.
SANTUARIO REGINA PACIS - FONTANELLE
Tratto da:
*”Guida turistica conoscere Boves” di Giulio Chiapasco
*“Santuario della Regina Pacis” di Don Ristorto
*”La Guida” 16 luglio 1999
*”La Guida” 24 settembre 1999
La frazione Fontanelle dista tre km dal capoluogo, si trova sulla provinciale per Borgo S. Dalmazzo ed è la località più turistica del Comune di Boves. Si tratta soprattutto di una meta religiosa , per i fedeli che vengono in gita o in pellegrinaggio al Santuario Regina Pacis.
Questo sacro edificio è piuttosto recente. Esso è sorto nel 1928 quasi prodigiosamente tra mille difficoltà, e il successo è dovuto alla straordinaria fede e all’incrollabile volontà del primo parroco di Fontanelle, l’ arciprete Don Agostino Pellegrino, nato a Boves nel 1882, benedetto nella culla da Don Bosco, morto in concetto di santità il 17 dicembre 1943.
Don Pellegrino ritornato dalla guerra, incominciò ad allargare il suo orizzonte; non più una chiesa, come aveva voluto, prima della guerra, arrivato a Fontanelle, bensì costruire un Santuario e chiamarlo “Santuario della Regina Pacis”.
Incominciò a lanciare l’idea del tempio nel periodico mensile della parrocchia, “l’Eco di Fontanelle” inviandone centinaia di migliaia di copie fuori paese.
La testata del bollettino con l’effige della Madonna recante in mano il ramo d’olivo con le parole “Vengo a portarvi pace e conforto” fanno convergere menti e cuori verso Fontanelle , quale luogo destinato a essere un lembo privilegiato di Maria Santissima.
Mons. Natale Gabriele Moriondo, vescovo di Cuneo, benedice la sua intenzione, Mons. Giuseppe Castelli, suo successore, lo incoraggia ad andare avanti, Mons. Quirico Travaini, vescovo di Fossano e Cuneo, dichiara l’opera voluta dalla Madonna; don Pellegrino quindi è spinto a erigere il santuario alla Vergine Maria non solo per motivi personali di amore filiale, ma era diventato un motivo di carattere universale.
Egli si accinge all’ardua impresa con spirito di profonda umiltà.
Il luogo dove sorge ora il Santuario è apparso a Don Pellegrino fin dal principio il più adatto allo scopo, ma il proprietario, avvocato Baltrù, non vuole assolutamente aderire alle sue insistenti richieste.
Dopo laboriose trattative può ottenere un terreno non molto distante dalla Chiesa Parrocchiale e si accinge alla costruzione. I lavori proseguono con una certa celerità e le mura del coro e di un lato, hanno raggiunto l’altezza del cornicione, quando la notte del 14 settembre 1923 tutto crolla improvvisamente.
Per Don Pellegrino è un colpo tremendo ma non si perde d’animo, mette tutta la sua fiducia nella Madonna, e attende un segno dall’alto.
Questo segno del cielo gli appare qualche giorno dopo quando un parrocchiano, già tenacemente contrario all’idea di una chiesa nuova, viene a dirgli: “Coraggio Arciprete non se la prenda per il crollo della sua chiesa. Quel sito era il meno indicato. La Madonna non lo voleva là. Vedrà ne faremo una più bella e più grande.”
Nessun altro avrebbe potuto confortarlo maggiormente.
La sua gioia è al colmo qualche giorno dopo, quando l’avvocato Beltrù, commosso anch’egli dalla sua disgrazia, si decide finalmente a cedergli il sospirato terreno.
In tali avvenimenti Don Pellegrino vede una conferma che la Madonna vuole veramente il Santuario e lo vuole precisamente il quel sito.
Con rinnovata fede decide di ricominciare al più presto i lavori.
L’architetto Pier Giuseppe Mazzarelli gli offrì gratuitamente il progetto che ha preparato per una chiesa del monregalese. Eseguiti gli scavi nei primi mesi del 1924, il 13 maggio con la posa della prima pietra, iniziano i lavori di muratura.
Nella primavera del 1927 il tetto è ormai ultimato e viene effettuata la provvisoria copertura della cupola. Completata l’arricciatura e l’intonacatura, in giugno si pone il pavimento, la gradinata della balaustra, la tribuna e in vista della prossima inaugurazione si trasporta dalla vecchia chiesa al santuario l’effige della Regina Pacis.
Il 14 luglio 1928 Mons. Quirino Traviani, vescovo diocesano, presenti Mons. Castelli e Mons. Moriondo già vescovi di Cuneo, procedeva alla benedizione solenne del Santuario, e il giorno dopo una moltitudine di gente calcolata a ventimila persone si accalcavano per la prima volta tra le nude pareti del tempio.
Ecco quindi la chiesa, anno dopo anno, arricchirsi di nuove opere, grandi e piccole, tutte preziose: il grandioso altare maggiore in marmo multiforme e pregiato, i due altari laterali, l’artistica Via Crucis dell’Insam e Pinot (Ortisei), la facciata in barocco severo ed elegante.
Così nel decennio 1928/1938 il Santuario completato e abbellito può sembrare quale Don Pellegrino l’ha voluto.
Il 16 luglio 1939 ha luogo l’incoronazione della Regina Pacis per mano del Card. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino.
Un bel colpo d’occhio si ha dall’antistante Corso Giovanni XXIII: appare l’ elegante facciata con le due torrette campanarie e gli orologi, dietro cui si eleva in armoniosa simmetria la superba cupola; la Bisalta fa da sfondo sull’orizzonte. Il piano inferiore è occupato da quattro lesene e due nicchie contenenti le statue di S. Agostino e di S. Gaudenzio. Un ampio moderno porticato fa da ala e complemento al piazzale antistante, a cui si accede mediante una larga gradinata.
Entrando nel Santuario si rimane vincolati da una mistica suggestione. Lo sguardo corre subito verso alta cupola quadrangolare che sovrasta lo spazio centrale della pianta a croce greca o quasi essendo i due bracci laterali più corti degli altri due.
Il numero “quattro” ricorre in molti elementi.
Nella grande cupola quadrangolare interna, il pittore A. Paracchini ha raffigurato in un’ armoniosa composizione, il trionfo del bene sul male: Maria vittoriosa sul peccato; l’eroina ebrea Ester salvatrice del suo popolo; Giuditta liberatrice degli Ebrei contro gli Assiri; l’Arca di Noè che naviga sicura verso pace sicura. Nelle quattro vetrate della cupola spiccano per i vividi colori le rappresentazioni sulla Natività, l’Ascensione, Maria Ausiliatrice e l’Invocazione alla pace.
Sui pennacchi dei quattro angoli figurano i profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. Sotto di essi i quattro pulpiti di noce ripropongono, con sculture di Lino Barale, il trionfo sul peccato e sul demonio.
Nei quattro spigoli interni della pianta a forma di croce, in altrettante nicchie poste sotto i pulpiti, ecco quattro rappresentazioni sceniche che acquistano suggestione accendendo le luci:
S. Gioachino con S. Anna e la figlia Maria; la Madonna Bambina; la Nascita di Gesù; le anime del Purgatorio.
Sulla parete dietro l’altare campeggia l’icona principale, di Mario Caffaro Rore (Torino): rappresenta la Regina della Pace col Figlio proteso in avanti e un ramo d’olivo nella mano; una pioggia di rose simboleggia le grazie che la Madonna elargisce sui miseri e sofferenti; il suo sguardo verso la figura di Don Pellegrino, il fondatore del Santuario, sepolto proprio ai piedi di questa grande immagine.
Nella cappella laterale di sinistra trovasi la statua della Regina Pacis, sempre ornata di fiori e di luce, con un ramo d’olivo d’oro in mano, donato dai Reduci, della Seconda Guerra Mondiale nel 1946. Ha il capo coperto di un velo bianco, come la volle Don Pellegrino, il quale la ricavò da una statua di Maria Ausiliatrice, alla quale era devoto Don Bosco.-
La cappella laterale di destra è detta “delle Confessioni”.
In queste due cappelle laterali campeggiano le grandi tele di G. Poloni, intitolata “la Patria” raffigura i Caduti, l’altra intitolata “per l’umanità” raffigura la croce con il Cristo che vogliono interpretare la volontà del fondatore di dedicare il tempio ai Caduti.
Negli ambulacri ai lati del presbiterio sono radunati moltissimi quadri votivi “per grazia ricevuta”.
Il parco adiacente al Santuario è predisposto per la sosta dei turisti e dei fedeli: viali, fontane, tavoli, e spazi per i giochi dei bambini.
Nel meraviglioso armonioso ambiente ombroso tra siepi di ligustri, acacie, conifere, e viali, si trovano gruppi marmorei rappresentanti i quindici Misteri del Rosario, il monumento a S. Giuseppe operaio, dono dei lavoratori, il monumento ai Caduti sormontato da una statua della Madonna, e in fondo al viale centrale un grande crocifisso di bronzo. Ai piedi della collina, acquistata in secondo tempo, ci sono la grotta della Madonna di Lourdes e la Cappella dell’Addolorata, tratta da un casotto rustico preesistente, e restaurata, nel 1995 mentre nel cortile di accesso dalla strada è stata collocata una bianca statua della Regina Pacis.
Nel 1970 per dare al Santuario un senso di completezza e di raccoglimento si avrà la costruzione dei portici intorno al sagrato, e nel 1974 si costruisce la nuova casa parrocchiale con canonica ed opere annesse.
La Casa del Clero sgorgata dal grande cuore di Don Pellegrino “che dovrà ospitare i sacerdoti anziani o ridotti nell’impossibilità di continuare il loro ministero” ma per l’immatura morte (17/12/1943) non si potè dare inizio alla sua opera, nel novembre del 1947 i sacerdoti anziani presero dimora nella nuova casa; nel 1984 i sacerdoti vennero trasferiti nell’attuale Casa ampia e accogliente a ridosso del Santuario.
Ormai da tempo Fontanelle col suo Santuario alla Regina della Pace è diventata una piccola Lourdes, come appunto si era augurato Don Pellegrino. Ci sono tre giorni in modo particolare per gli infermi: Pasquetta, quarta domenica di luglio, e domenica del Santo Rosario.
18 luglio 1999: le celebrazioni nel Santuario di Fontanelle investono un particolare interesse per il nuovo piazzale, lastricato di porfido, una chiesa a cielo aperto, che è stato inaugurato dal Vescovo di Cuneo Mons. Natalino Pescarolo.
Costruito ad anfiteatro nello spazio dove prima vi era il giardino del Santuario, e può ospitare fino a mille persone. L’autore del progetto è l’architetto don Innocenzo Timossi, un esperto in edilizia religiosa che ha il compito di seguire la ristrutturazione di tutti gli edifici religiosi della diocesi.
All’occhio del visitatore la costruzione si presenta imponente: un colonnato a ferro di cavallo in legno di abete con quindici arcate addobbate da altrettante edicole con artistiche vetrate lavorate a mosaico riportanti i Misteri del Rosario. L’opera si chiamerà, appunto: “Piazzale del Rosario”. I riflessi attraverso il cristallo danno a chi guarda un suggestivo effetto mistico. Sul lato aperto del semicerchio è stato collocato, in cima ad una scalinata di pietra, un altare per la celebrazioni delle funzioni. In centro dello spiazzo, in modo da renderlo visibile da ogni parte, svetta un Cristo crocefisso in metallo dorato.
Il punto focale dell’intero complesso, converge verso l’altare, realizzato di fronte alla Grotta di Lourdes, costruita nel 1954, e anch’essa risistemata per essere posta in relazione con l’intima vita della Chiesa.
Un’armonica fusione di ambiente naturali con elementi architettonici ed artistici riescono a far vibrare quei sentimenti di fede presenti in ogni persona e a cogliere quell’unità tra la devozione di Maria e l’Eucarestia.
Tratto da:
*“Conoscere Boves” Giuda Turistica di Giulio Chiapasco
*”Corso per guide turistiche” tenutosi in Boves
*“Il Santuario di Fontanelle e il suo fondatore” di Maurizio Ristorto
Parrocchia di Fontanelle
Il fondatore del Santuario della Regina Pacis, don Biagio Agostino Pellegrino, è nato il 9 agosto 1882 ed è figlio di due semplici operai del locale filatoio. A soli quattro anni perde la madre in seguito a una brutta malattia e vive il periodo dell’infanzia tra stenti e sofferenze. Nel 1893, finito il corso elementare, vuole entrare in seminario e unirsi al fratello Matteo ma, poiché il padre non è in grado di pagare la retta, riuscirà a entrarvi.
Solo nel 1896 ottenendo nel 1901 la vestizione dell’abito clericale. Dopo gli anni di preparazione al ministero pastorale, nel 1913 viene inviato a Fontanelle diventando il primo Parroco-Arciprete del paese.
Il Santuario
Poco dopo essere giunto Fontanelle il Parroco decide di erigere una nuova chiesa per la popolazione ma nel 1917 viene richiamato alle armi.
Ritornato dalla guerra, prende in considerazione l’idea personale di erigere un vero Santuario, per farne un grande centro di devozione mariana e pubblica la sua proposta nel periodo mensile della parrocchia.
L’avvocato Beltrù, proprietario del terreno non vuole assolutamente vendere il suo fondo e aderire alle sue insistenti richieste dove Don Pellegrino vuole far sorgere il Santuario.
Dopo numerose laboriose trattative riesce a ottenere un terreno molto distante dalla chiesa parrocchiale e si accinge alla costruzione. I lavori proseguono con una certa celerità e le mura del coro e di un lato hanno già raggiunto l’altezza del cornicione. Quando nella notte del 14 settembre 1923 tutto crolla improvvisamente.
La notizia portata al mattino è un colpo tremendo tanto da farlo piangere.
Ma non si perde d’animo, confidente nella Vergine, attende un segno dall’alto. Questo segno dal cielo gli appare qualche giorno dopo, quando un parrocchiano già tenacemente contrario all’idea di una nuova chiesa, viene a dirgli: “Coraggio Arciprete non se la prenda per il crollo della sua chiesa. Quel sito era il meno indicato. La Madonna non la voleva là. Vedrà ne faremo una più bella e più grande.” Nessun altro avrebbe potuto confortarlo maggiormente. La sua gioia è al colmo qualche giorno dopo, quando l’avvocato Beltrù commosso anch’egli dalla sua disgrazia, si decide a cedergli e vendergli il sospirato terreno inizialmente scelto da Don Pellegrino.
Il progetto del Santuario viene offerto gratuitamente dall’architetto Pier Giuseppe Mazzarelli; nei primi mesi del 1924 iniziano i lavori e nella primavera del 1927 il tetto è ormai ultimato. Nel luglio del 1928 si ha la solenne benedizione dell’opera intitolata SANTUARIO REGINA PACIS insieme ad una moltitudine di persone; la chiesa però è ancora spoglia di quadri ed opere e nel 1939 si ha l’incoronazione della statua di Regina Pacis. Costruito il tempio, Don Pellegrino acquista a più riprese l’ampio terreno circostante che gli dà modo di avere il giardino con parco di ritrovo per i pellegrini in visita. In seguito acquisterà la collinetta attigua dove erigerà la Cappella dell’Addolorata, la grotta di Lourdes e il monumento ai Caduti.
Don Pellegrino morirà in seguito a malattia il 17 dicembre 1943 all’età di 61 anni.
I Parroci che sono seguiti hanno ulteriormente abbellito il Santuario:
nel 1950 si rese necessario ingrandire l’opera, nel 1970 si ha la sistemazione del piazzale attiguo dotandolo di un porticato, negli ultimi anni è stato rifinito il presbiterio, il pavimento e le due cappelle laterali.
Per quanto riguarda lo stile artistico, il Santuario Regina Pacis è una costruzione di stile composito, in parte barocco e in parte rinascimentale come si può notare nelle facciata del Santuario a opera dell’architetto Mazzarelli.
La grande cupola quadrangolare interna il pittore A. Paracchini raffigura in un’ armoniosa composizione, il trionfo del bene sul male: Maria vittoriosa sul peccato; l’eroina ebrea Ester salvatrice del suo popolo; Giuditta liberatrice degli Ebrei contro gli Assiri; l’Arca di Noè che naviga sicura verso pace sicura. L’opera presenta le caratteristiche dello stile barocco (indirizzo artistico che si affermò in Italia e in Europa nel sec. XVII) Nelle quattro vetrate della cupola spiccano per i vividi colori le rappresentazioni sulla Natività, l’Ascensione, Maria Ausiliatrice e l’Invocazione alla pace. Sui pennacchi dei quattro angoli figurano i profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele.
Sotto di essi i quattro pulpiti di noce ripropongono i quattro Profeti Maggiori, ad opera di Lino Barale, il trionfo sul peccato e sul demonio.
Nei quattro spigoli interni della pianta a forma di croce, in altrettante nicchie poste sotto i pulpiti, ecco quattro rappresentazioni sceniche che acquistano suggestione accendendo le luci:
S. Gioachino con S. Anna e la figlia Maria; la Madonna Bambina; la Nascita di Gesù; le anime del Purgatorio.
Sulla parete dietro l’altare campeggia l’icona principale, di Mario Caffaro Rore (Torino): rappresenta la Regina della Pace col Figlio proteso in avanti e un ramo d’olivo nella mano; una pioggia di rose simboleggia le grazie che la Madonna elargisce sui miseri e sofferenti; il suo sguardo verso la figura di Don Pellegrino, il fondatore del Santuario, sepolto proprio ai piedi di questa grande immagine.
Nella cappella laterale di sinistra trovasi la statua della Regina Pacis, sempre ornata di fiori e di luce, con un ramo d’olivo d’oro in mano, donato dai Reduci, della Seconda Guerra Mondiale nel 1946. Ha il capo coperto di un velo bianco, come la volle Don Pellegrino, il quale la ricavò da una statua di Maria Ausiliatrice, alla quale era devoto Don Bosco.
La cappella laterale di destra è detta “delle Confessioni”.
In queste due cappelle laterali campeggiano le grandi tele di G. Poloni, intitolata “la Patria” raffigura i Caduti, l’altra intitolata “per l’umanità” raffigura la croce con il Cristo che vogliono interpretare la volontà del fondatore di dedicare il tempio ai Caduti.
Negli ambulacri ai lati del presbiterio sono radunati moltissimi quadri votivi “per grazia ricevuta”.
La statua lignea raffigurante la Regina Pacis venne ricavata da una statua dell’Ausiliatrice con il capo coperto da un velo e la corona che indossa non è l’autentica, la quale è chiusa in cassaforte.
Ultimamente, nel 2005, in un’ala del parco ecco che l’Arciprete Don Silvio fece costruire un anfiteatro con tutti i misteri del Rosario in vetro con l’altare dominata dalla grotta dall’Immacolata.
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Santuario Regina della Pace di Fontanelle
Tratto da “Storia di Boves” di Don Lorenzo Peirone
Fontanelle è una frazione di Boves che dista 3 Km dal Capoluogo e si trova sulla provinciale per Borgo S. Dalmazzo ed è la località più turistica di Boves.
Si tratta soprattutto di una meta religiosa, per i fedeli che vengono in gita o in pellegrinaggio al Santuario della “Regina della Pace”.
Questo Santuario è piuttosto recente. Esso è sorto nel 1938 quasi prodigiosamente tra mille difficoltà dall’incrollabile volontà di Don Agostino Pellegrino, benedetto nella culla da S. Giovanni Bosco.
Il Santuario si presenta come un’opera di stile composito, in parte barocco ed in parte rinascimentale. Il progetto iniziale fu dell’architetto Pier Giuseppe Mazzarelli di Torino,
l’ampliamento fu eseguito dall’architetto Della Piana.
Un bel colpo d’occhio si ha dall’antistante Corso Giovanni XXIII, appare l’elegante facciata con le due torrette campanarie, dietro cui si eleva in armoniosa simmetria la superba cupola e la Bisalta che fa da sfondo sull’orizzonte.
Entrando si rimane vincolati da una mistica suggestione. Lo sguardo corre subito verso l’alta cupola quadrangolare che sovrasta lo spazio centrare della pianta a croce greca.
Sulla parete dietro l’altare campeggia l’icona principale di Mario Caffaro Rore (Torino): rappresenta la Regina Della Pace col Figlio proteso in avanti e un ramo d’olivo nella mano. Una pioggia di rose simboleggia le grazie che la Madonna elargisce sui miseri e i sofferenti; il suo sguardo è volto verso la figura di Don Pellegrino, il fondatore del Santuario, sepolto proprio ai piedi di questa grande immagine.
Nella Cappella laterale di sinistra si trova la statua di Regina Pacis, sempre ornata di fiori e di luce, con un ramo d’ulivo d’oro, donato dai Reduci della 2^ Guerra Mondiale.
La cappella laterale di destra è detta “delle Confessioni” e in queste due cappelle campeggiano le grandi tele di G. Poloni, che vogliono interpretare la volontà del fondatore di dedicare il tempio ai Caduti.
Il parco adiacente al Santuario è predisposto per la sosta dei turisti e dei fedeli: viali, fontane, tavoli e spazio per i giochi dei bambini. Ai piedi della collina ci sono la grotta della Madonna di Lourdes e la cappella dell’Addolorata.
SANTUARIO REGINA PACIS - FONTANELLE
Tratto da:
*”Guida turistica conoscere Boves” di Giulio Chiapasco
*“Santuario della Regina Pacis” di Don Ristorto
*”La Guida” 16 luglio 1999
*”La Guida” 24 settembre 1999
La frazione Fontanelle dista tre km dal capoluogo, si trova sulla provinciale per Borgo S. Dalmazzo ed è la località più turistica del Comune di Boves. Si tratta soprattutto di una meta religiosa , per i fedeli che vengono in gita o in pellegrinaggio al Santuario Regina Pacis.
Questo sacro edificio è piuttosto recente. Esso è sorto nel 1928 quasi prodigiosamente tra mille difficoltà, e il successo è dovuto alla straordinaria fede e all’incrollabile volontà del primo parroco di Fontanelle, l’ arciprete Don Agostino Pellegrino, nato a Boves nel 1882, benedetto nella culla da Don Bosco, morto in concetto di santità il 17 dicembre 1943.
Don Pellegrino ritornato dalla guerra, incominciò ad allargare il suo orizzonte; non più una chiesa, come aveva voluto, prima della guerra, arrivato a Fontanelle, bensì costruire un Santuario e chiamarlo “Santuario della Regina Pacis”.
Incominciò a lanciare l’idea del tempio nel periodico mensile della parrocchia, “l’Eco di Fontanelle” inviandone centinaia di migliaia di copie fuori paese.
La testata del bollettino con l’effige della Madonna recante in mano il ramo d’olivo con le parole “Vengo a portarvi pace e conforto” fanno convergere menti e cuori verso Fontanelle , quale luogo destinato a essere un lembo privilegiato di Maria Santissima.
Mons. Natale Gabriele Moriondo, vescovo di Cuneo, benedice la sua intenzione, Mons. Giuseppe Castelli, suo successore, lo incoraggia ad andare avanti, Mons. Quirico Travaini, vescovo di Fossano e Cuneo, dichiara l’opera voluta dalla Madonna; don Pellegrino quindi è spinto a erigere il santuario alla Vergine Maria non solo per motivi personali di amore filiale, ma era diventato un motivo di carattere universale.
Egli si accinge all’ardua impresa con spirito di profonda umiltà.
Il luogo dove sorge ora il Santuario è apparso a Don Pellegrino fin dal principio il più adatto allo scopo, ma il proprietario, avvocato Baltrù, non vuole assolutamente aderire alle sue insistenti richieste.
Dopo laboriose trattative può ottenere un terreno non molto distante dalla Chiesa Parrocchiale e si accinge alla costruzione. I lavori proseguono con una certa celerità e le mura del coro e di un lato, hanno raggiunto l’altezza del cornicione, quando la notte del 14 settembre 1923 tutto crolla improvvisamente.
Per Don Pellegrino è un colpo tremendo ma non si perde d’animo, mette tutta la sua fiducia nella Madonna, e attende un segno dall’alto.
Questo segno del cielo gli appare qualche giorno dopo quando un parrocchiano, già tenacemente contrario all’idea di una chiesa nuova, viene a dirgli: “Coraggio Arciprete non se la prenda per il crollo della sua chiesa. Quel sito era il meno indicato. La Madonna non lo voleva là. Vedrà ne faremo una più bella e più grande.”
Nessun altro avrebbe potuto confortarlo maggiormente.
La sua gioia è al colmo qualche giorno dopo, quando l’avvocato Beltrù, commosso anch’egli dalla sua disgrazia, si decide finalmente a cedergli il sospirato terreno.
In tali avvenimenti Don Pellegrino vede una conferma che la Madonna vuole veramente il Santuario e lo vuole precisamente il quel sito.
Con rinnovata fede decide di ricominciare al più presto i lavori.
L’architetto Pier Giuseppe Mazzarelli gli offrì gratuitamente il progetto che ha preparato per una chiesa del monregalese. Eseguiti gli scavi nei primi mesi del 1924, il 13 maggio con la posa della prima pietra, iniziano i lavori di muratura.
Nella primavera del 1927 il tetto è ormai ultimato e viene effettuata la provvisoria copertura della cupola. Completata l’arricciatura e l’intonacatura, in giugno si pone il pavimento, la gradinata della balaustra, la tribuna e in vista della prossima inaugurazione si trasporta dalla vecchia chiesa al santuario l’effige della Regina Pacis.
Il 14 luglio 1928 Mons. Quirino Traviani, vescovo diocesano, presenti Mons. Castelli e Mons. Moriondo già vescovi di Cuneo, procedeva alla benedizione solenne del Santuario, e il giorno dopo una moltitudine di gente calcolata a ventimila persone si accalcavano per la prima volta tra le nude pareti del tempio.
Ecco quindi la chiesa, anno dopo anno, arricchirsi di nuove opere, grandi e piccole, tutte preziose: il grandioso altare maggiore in marmo multiforme e pregiato, i due altari laterali, l’artistica Via Crucis dell’Insam e Pinot (Ortisei), la facciata in barocco severo ed elegante.
Così nel decennio 1928/1938 il Santuario completato e abbellito può sembrare quale Don Pellegrino l’ha voluto.
Il 16 luglio 1939 ha luogo l’incoronazione della Regina Pacis per mano del Card. Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino.
Un bel colpo d’occhio si ha dall’antistante Corso Giovanni XXIII: appare l’ elegante facciata con le due torrette campanarie e gli orologi, dietro cui si eleva in armoniosa simmetria la superba cupola; la Bisalta fa da sfondo sull’orizzonte. Il piano inferiore è occupato da quattro lesene e due nicchie contenenti le statue di S. Agostino e di S. Gaudenzio. Un ampio moderno porticato fa da ala e complemento al piazzale antistante, a cui si accede mediante una larga gradinata.
Entrando nel Santuario si rimane vincolati da una mistica suggestione. Lo sguardo corre subito verso alta cupola quadrangolare che sovrasta lo spazio centrale della pianta a croce greca o quasi essendo i due bracci laterali più corti degli altri due.
Il numero “quattro” ricorre in molti elementi.
Nella grande cupola quadrangolare interna, il pittore A. Paracchini ha raffigurato in un’ armoniosa composizione, il trionfo del bene sul male: Maria vittoriosa sul peccato; l’eroina ebrea Ester salvatrice del suo popolo; Giuditta liberatrice degli Ebrei contro gli Assiri; l’Arca di Noè che naviga sicura verso pace sicura. Nelle quattro vetrate della cupola spiccano per i vividi colori le rappresentazioni sulla Natività, l’Ascensione, Maria Ausiliatrice e l’Invocazione alla pace.
Sui pennacchi dei quattro angoli figurano i profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. Sotto di essi i quattro pulpiti di noce ripropongono, con sculture di Lino Barale, il trionfo sul peccato e sul demonio.
Nei quattro spigoli interni della pianta a forma di croce, in altrettante nicchie poste sotto i pulpiti, ecco quattro rappresentazioni sceniche che acquistano suggestione accendendo le luci:
S. Gioachino con S. Anna e la figlia Maria; la Madonna Bambina; la Nascita di Gesù; le anime del Purgatorio.
Sulla parete dietro l’altare campeggia l’icona principale, di Mario Caffaro Rore (Torino): rappresenta la Regina della Pace col Figlio proteso in avanti e un ramo d’olivo nella mano; una pioggia di rose simboleggia le grazie che la Madonna elargisce sui miseri e sofferenti; il suo sguardo verso la figura di Don Pellegrino, il fondatore del Santuario, sepolto proprio ai piedi di questa grande immagine.
Nella cappella laterale di sinistra trovasi la statua della Regina Pacis, sempre ornata di fiori e di luce, con un ramo d’olivo d’oro in mano, donato dai Reduci, della Seconda Guerra Mondiale nel 1946. Ha il capo coperto di un velo bianco, come la volle Don Pellegrino, il quale la ricavò da una statua di Maria Ausiliatrice, alla quale era devoto Don Bosco.-
La cappella laterale di destra è detta “delle Confessioni”.
In queste due cappelle laterali campeggiano le grandi tele di G. Poloni, intitolata “la Patria” raffigura i Caduti, l’altra intitolata “per l’umanità” raffigura la croce con il Cristo che vogliono interpretare la volontà del fondatore di dedicare il tempio ai Caduti.
Negli ambulacri ai lati del presbiterio sono radunati moltissimi quadri votivi “per grazia ricevuta”.
Il parco adiacente al Santuario è predisposto per la sosta dei turisti e dei fedeli: viali, fontane, tavoli, e spazi per i giochi dei bambini.
Nel meraviglioso armonioso ambiente ombroso tra siepi di ligustri, acacie, conifere, e viali, si trovano gruppi marmorei rappresentanti i quindici Misteri del Rosario, il monumento a S. Giuseppe operaio, dono dei lavoratori, il monumento ai Caduti sormontato da una statua della Madonna, e in fondo al viale centrale un grande crocifisso di bronzo. Ai piedi della collina, acquistata in secondo tempo, ci sono la grotta della Madonna di Lourdes e la Cappella dell’Addolorata, tratta da un casotto rustico preesistente, e restaurata, nel 1995 mentre nel cortile di accesso dalla strada è stata collocata una bianca statua della Regina Pacis.
Nel 1970 per dare al Santuario un senso di completezza e di raccoglimento si avrà la costruzione dei portici intorno al sagrato, e nel 1974 si costruisce la nuova casa parrocchiale con canonica ed opere annesse.
La Casa del Clero sgorgata dal grande cuore di Don Pellegrino “che dovrà ospitare i sacerdoti anziani o ridotti nell’impossibilità di continuare il loro ministero” ma per l’immatura morte (17/12/1943) non si potè dare inizio alla sua opera, nel novembre del 1947 i sacerdoti anziani presero dimora nella nuova casa; nel 1984 i sacerdoti vennero trasferiti nell’attuale Casa ampia e accogliente a ridosso del Santuario.
Ormai da tempo Fontanelle col suo Santuario alla Regina della Pace è diventata una piccola Lourdes, come appunto si era augurato Don Pellegrino. Ci sono tre giorni in modo particolare per gli infermi: Pasquetta, quarta domenica di luglio, e domenica del Santo Rosario.
18 luglio 1999: le celebrazioni nel Santuario di Fontanelle investono un particolare interesse per il nuovo piazzale, lastricato di porfido, una chiesa a cielo aperto, che è stato inaugurato dal Vescovo di Cuneo Mons. Natalino Pescarolo.
Costruito ad anfiteatro nello spazio dove prima vi era il giardino del Santuario, e può ospitare fino a mille persone. L’autore del progetto è l’architetto don Innocenzo Timossi, un esperto in edilizia religiosa che ha il compito di seguire la ristrutturazione di tutti gli edifici religiosi della diocesi.
All’occhio del visitatore la costruzione si presenta imponente: un colonnato a ferro di cavallo in legno di abete con quindici arcate addobbate da altrettante edicole con artistiche vetrate lavorate a mosaico riportanti i Misteri del Rosario. L’opera si chiamerà, appunto: “Piazzale del Rosario”. I riflessi attraverso il cristallo danno a chi guarda un suggestivo effetto mistico. Sul lato aperto del semicerchio è stato collocato, in cima ad una scalinata di pietra, un altare per la celebrazioni delle funzioni. In centro dello spiazzo, in modo da renderlo visibile da ogni parte, svetta un Cristo crocefisso in metallo dorato.
Il punto focale dell’intero complesso, converge verso l’altare, realizzato di fronte alla Grotta di Lourdes, costruita nel 1954, e anch’essa risistemata per essere posta in relazione con l’intima vita della Chiesa.
Un’armonica fusione di ambiente naturali con elementi architettonici ed artistici riescono a far vibrare quei sentimenti di fede presenti in ogni persona e a cogliere quell’unità tra la devozione di Maria e l’Eucarestia.
Tratto da:
*“Conoscere Boves” Giuda Turistica di Giulio Chiapasco
*”Corso per guide turistiche” tenutosi in Boves
*“Il Santuario di Fontanelle e il suo fondatore” di Maurizio Ristorto