
Il Parco Parquet in località Madonna dei Boschi, di proprietà comunale, è un antico cascinale, appartenuto alla famiglia Martinengo- Marquet, composto da una casa padronale che risale al 1800 e da numerosi locali adibiti un tempo all’allevamento dei bachi da seta (si trattava di locali chiusi e di un grande porticato che nei periodi più freddi veniva isolato dall’esterno, grazie a grandi teli di cotone, e riscaldati con un camino) il tutto contornato da ampi spazi verdi sia collinari che pianeggianti.
Ristrutturato e riqualificato negli anni successivi è diventato un polo sportivo, culturale e ricreativo che offre alla comunità bovesana ed ai turisti numerose e svariate opportunità di svago, di approfondimento e di relax.
Parte della Cascina Marquet è stata trasformata in “Ecomuseo della Castagna”, un luogo di studio e di conoscenza di questo frutto che per molti anni ha rappresentato un punto focale dell’economia bovesana.
Nel museo, affidato alla competenza dell’Associazione “Accompagnatori Naturalistici - sulle tracce della natura”, sono esposti prodotti freschi e trasformati ricavati dalla castagna, una serie di oggetti artigianali per la lavorazione del frutto e documentazione specifica sulla castagnicultura; il museo è anche sede di eventi stagionali e di incontri e laboratori a tema.
La stessa area boschiva ricca di castagneti, che circonda la struttura, valorizzata negli anni passati con un attento lavoro di selezione e miglioramento qualitativo delle piante da frutto, rientra nel contesto museale ed accoglie attività ludico-educative rivolte ai ragazzi
Nell’area pianeggiante del parco, un tempo utilizzata come terreno agricolo, sono stati realizzati numerosi impianti sportivi per il tennis, il calcio e la mountainbike, alcuni parchi gioco per bambini e ragazzi ed aree attrezzate per pic-nic, ristoro e ritrovo per feste e riunioni conviviali di associazioni e privati che ne facciano richiesta.
Più a valle, la parte bassa della collina viene utilizzata, nel periodo invernale, dai bambini per giochi sulla neve e per i primi approcci con gli sci.
A qualche decina di metri, a monte del Parco Marquet, a completamento di questo grande polo ricreativo, si trova il Palazzetto “Carlo Girando”, impianto polivalente atto ad ospitare eventi sia sportivi che culturali di forte richiamo, donato ai bovesani dalla Cassa Rurale ed Artigiana di Boves in occasione del centenario di fondazione dell’istituto stesso.
Ristrutturato e riqualificato negli anni successivi è diventato un polo sportivo, culturale e ricreativo che offre alla comunità bovesana ed ai turisti numerose e svariate opportunità di svago, di approfondimento e di relax.
Parte della Cascina Marquet è stata trasformata in “Ecomuseo della Castagna”, un luogo di studio e di conoscenza di questo frutto che per molti anni ha rappresentato un punto focale dell’economia bovesana.
Nel museo, affidato alla competenza dell’Associazione “Accompagnatori Naturalistici - sulle tracce della natura”, sono esposti prodotti freschi e trasformati ricavati dalla castagna, una serie di oggetti artigianali per la lavorazione del frutto e documentazione specifica sulla castagnicultura; il museo è anche sede di eventi stagionali e di incontri e laboratori a tema.
La stessa area boschiva ricca di castagneti, che circonda la struttura, valorizzata negli anni passati con un attento lavoro di selezione e miglioramento qualitativo delle piante da frutto, rientra nel contesto museale ed accoglie attività ludico-educative rivolte ai ragazzi
Nell’area pianeggiante del parco, un tempo utilizzata come terreno agricolo, sono stati realizzati numerosi impianti sportivi per il tennis, il calcio e la mountainbike, alcuni parchi gioco per bambini e ragazzi ed aree attrezzate per pic-nic, ristoro e ritrovo per feste e riunioni conviviali di associazioni e privati che ne facciano richiesta.
Più a valle, la parte bassa della collina viene utilizzata, nel periodo invernale, dai bambini per giochi sulla neve e per i primi approcci con gli sci.
A qualche decina di metri, a monte del Parco Marquet, a completamento di questo grande polo ricreativo, si trova il Palazzetto “Carlo Girando”, impianto polivalente atto ad ospitare eventi sia sportivi che culturali di forte richiamo, donato ai bovesani dalla Cassa Rurale ed Artigiana di Boves in occasione del centenario di fondazione dell’istituto stesso.
Museo Etnografico: impronte di una comunità
Il 25 ottobre 2015 è stato inaugurato dal Sindaco Maurizio Paoletti e dall’ assessore Raffaella Giordano il Museo Etnografico Impronte di una comunità presso il Parco Marquet di Boves, il cui allestimento era già stato presentato il 14 maggio 2014 dall'allora sindaco Mario Giuliano e dall’ assessore Silvana Dutto, partendo da un'idea degli anni ’80, dello scrittore e studioso di cultura locale Costanzo Martini, di Giancarlo Varrone e Rita Pepino.
La partenza era stata piena di entusiasmo, con raccolta di tanto materiale (attrezzi agricoli ed artigiani di un tempo, o della vita di tutti i giorni). Poi, mancati i finanziamenti, il progetto è stato un po’ dimenticato, ma ora ha preso vita grazie alla volontà delle recenti Amministrazioni e al lavoro minuzioso e competente di un gruppo di volontari: Gino Baudino, Ezio Dalmasso, Piero Cravesano, Erio Giordano, Giorgio Musso e Michele Siciliano per il lavoro fotografico.
L’intitolazione Impronte di una comunità e non solo Museo vuol indicare lo spirito vivo, rivolto ai giovani, con l’intento di mostrare loro le radici locali della loro cultura, senza trascurare alcun aspetto della vita, da quello domestico al lavoro, la scuola, il tempo libero. Tra tutti spiccano alcuni pezzi curiosi e pregiati, come una garitta, che era all’ingresso, per il soldato di guardia, della polveriera dei Cerati, o un giogo, scolpito da Giuseppe Basso, detto Pin ‘d Bas, vissuto novantanove anni tra metà Ottocento e metà Novecento, eclettico artigiano-artista, pittore autodidatta, naif, ineguagliabile intagliatore di legno, maestro della Banda Musicale.
La partenza era stata piena di entusiasmo, con raccolta di tanto materiale (attrezzi agricoli ed artigiani di un tempo, o della vita di tutti i giorni). Poi, mancati i finanziamenti, il progetto è stato un po’ dimenticato, ma ora ha preso vita grazie alla volontà delle recenti Amministrazioni e al lavoro minuzioso e competente di un gruppo di volontari: Gino Baudino, Ezio Dalmasso, Piero Cravesano, Erio Giordano, Giorgio Musso e Michele Siciliano per il lavoro fotografico.
L’intitolazione Impronte di una comunità e non solo Museo vuol indicare lo spirito vivo, rivolto ai giovani, con l’intento di mostrare loro le radici locali della loro cultura, senza trascurare alcun aspetto della vita, da quello domestico al lavoro, la scuola, il tempo libero. Tra tutti spiccano alcuni pezzi curiosi e pregiati, come una garitta, che era all’ingresso, per il soldato di guardia, della polveriera dei Cerati, o un giogo, scolpito da Giuseppe Basso, detto Pin ‘d Bas, vissuto novantanove anni tra metà Ottocento e metà Novecento, eclettico artigiano-artista, pittore autodidatta, naif, ineguagliabile intagliatore di legno, maestro della Banda Musicale.