Museo Impronte di una comunità
Il 25 ottobre 2015 è stato inaugurato dal Sindaco Maurizio Paoletti e dall’ assessore Raffaella Giordano il Museo Etnografico Impronte di una comunità presso il Parco Marquet di Boves, il cui allestimento era già stato presentato il 14 maggio 2014 dall'allora sindaco Mario Giuliano e dall’ assessore Silvana Dutto, partendo da un'idea degli anni ’80, dello scrittore e studioso di cultura locale Costanzo Martini, di Giancarlo Varrone e Rita Pepino.
La partenza era stata piena di entusiasmo, con raccolta di tanto materiale (attrezzi agricoli ed artigiani di un tempo, o della vita di tutti i giorni). Poi, mancati i finanziamenti, il progetto è stato un po’ dimenticato, ma ora ha preso vita grazie alla volontà delle recenti Amministrazioni e al lavoro minuzioso e competente di un gruppo di volontari: Gino Baudino, Ezio Dalmasso, Piero Cravesano, Erio Giordano, Giorgio Musso e Michele Siciliano per il lavoro fotografico.
L’intitolazione Impronte di una comunità e non solo Museo vuol indicare lo spirito vivo, rivolto ai giovani, con l’intento di mostrare loro le radici locali della loro cultura, senza trascurare alcun aspetto della vita, da quello domestico al lavoro, la scuola, il tempo libero. Tra tutti spiccano alcuni pezzi curiosi e pregiati, come una garitta, che era all’ingresso, per il soldato di guardia, della polveriera dei Cerati, o un giogo, scolpito da Giuseppe Basso, detto Pin ‘d Bas, vissuto novantanove anni tra metà Ottocento e metà Novecento, eclettico artigiano-artista, pittore autodidatta, naif, ed ineguagliabile intagliatore di legno, anche stato maestro della Banda Musicale.
La partenza era stata piena di entusiasmo, con raccolta di tanto materiale (attrezzi agricoli ed artigiani di un tempo, o della vita di tutti i giorni). Poi, mancati i finanziamenti, il progetto è stato un po’ dimenticato, ma ora ha preso vita grazie alla volontà delle recenti Amministrazioni e al lavoro minuzioso e competente di un gruppo di volontari: Gino Baudino, Ezio Dalmasso, Piero Cravesano, Erio Giordano, Giorgio Musso e Michele Siciliano per il lavoro fotografico.
L’intitolazione Impronte di una comunità e non solo Museo vuol indicare lo spirito vivo, rivolto ai giovani, con l’intento di mostrare loro le radici locali della loro cultura, senza trascurare alcun aspetto della vita, da quello domestico al lavoro, la scuola, il tempo libero. Tra tutti spiccano alcuni pezzi curiosi e pregiati, come una garitta, che era all’ingresso, per il soldato di guardia, della polveriera dei Cerati, o un giogo, scolpito da Giuseppe Basso, detto Pin ‘d Bas, vissuto novantanove anni tra metà Ottocento e metà Novecento, eclettico artigiano-artista, pittore autodidatta, naif, ed ineguagliabile intagliatore di legno, anche stato maestro della Banda Musicale.