CRONOLOGIA dalle origini ai giorni nostri
Tratto da: ”Boves voci e immagini di una Comunità” – di Mario Martini
Boves esisteva già ai tempi dei romani e subì le invasioni dei Goti, dei Longobardi e dei Francesi.
815 Un diploma di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno riconosce i diritti dell’abbazia di Pedona su chiese e località del Contado di Bredolo. E’ questo il più antico documento finora ritrovato in cui compaia il nome Bovixio.
904-985 Boves subisce, con numerose altre località, le scorrerie dei Mori o Saraceni stanziati a Frassineto vicino a Nizza. A testimonianza di quegli avvenimenti rimane il Pilone del Moro ai confini tra Boves e Robilante.
1040 Boves passa dalla Contessa Adelaide al marito di questa Oddone Conte di Savoia e nel 1098 alla Chiesa d’Asti.
1095 Un atto di donazione di Bonifacio il Marchese del Vasto cita una chiesa dedicata a Santo Stefano nel territorio di Boves. Si tratta, presumibilmente, della nostra prima chiesa parrocchiale che sorgeva in possibilità sul bivio Mellana e Borgo S Dalmazzo.
1144 Alla morte di Bonifacio del Vasto, Boves passa alle dipendenze del Marchese di Busca.
1196 Il paese entra nei possedimenti del marchese di Busca Guglielmo, ma Manfredo Lancia di Busca nel 1212, sottopone parte di Boves al Vescovo d’ Asti e dopo due anni, lo vende a Guglielmo di Ceva.
1198 Gli Abitanti di Boves e di Fontanelle allora chiamata Brusaporcello, partecipano attivamente alla fondazione della città di Cuneo.
1218 Oddone di Busca vende la sua parte dei possedimenti bovesani a Manfredo III di Saluzzo che a sua volta cederà i terreni al Marchese di Ceva e infine a Galeazzo Visconi (1381).
1259-1382 Accomunati nella buona e cattiva sorte, al vicino comune di Cuneo, gli abitanti di Boves subiscono per oltre un secolo il dominio degli Angioini. Un tentativo di riscossa, coronato da un temporaneo successo, portò alla vittoriosa battaglia di Roccavione del 10 novembre 1275, ricordata dal pilone sul crinale della collina che divide Boves da Roccavione.
Le tormentate vicende personali dell’ultima regina Giovanna d’Angiò commossero e alimentarono la fantasia popolare che, tra l’altro, la ricorda ospite nel Castello della Renostia e penitente e una grotta ancora oggi chiamata “garb et la rana Giuana”,
1362 Boves viene designato dai cuneesi conte caposaldo da fortificare: risale forse a quel periodo la costruzione del Ricetto.
1396 Il giorno 26 agosto i sindaci di Boves Bertino Cerra e Giovanni Portenerio sottoscrivono a Torino, nel palazzo di piazza Castello, l’atto di sottomissione ad Amedeo di Savoia, principe di Acaia. La tradizione vuole che, a perenne ricordo dell’avvenimento sia stato piantato sulla Ripa di Boves, nell’ara del Ricetto, un olmo destinato a vivere per oltre cinque secoli.
1424 Il 10 ottobre Giovanni di Montelupo, capitano del Piemonte superiore, pronuncia la sentenza di pacificazione con l’odiato comune di Peveragno. Sulla linea di confine, ai margini della strada “spart-la-fin” viene eretto il Pilone Rosso con l’effige dei due santi patroni: San Giovanni e San Bartolomeo.
1429 A seguito del diffondersi di una terribile pestilenza vengono edificate le cappelle votive di san Sebastiano e di San Rocco.
1446 La nostra parrocchia, finora sotto la giurisdizione del vescovo di Asti, passa alle dipendenze della diocesi di Mondovì.
1460 I sindaci Giovanni Peano e Martino Toscano firmano una convenzione col Comune di Cuneo “volendo vivere pacificamente e porre fine ad ogni litigio presente e futuro”.
1466 Il nobile cuneese Giovanni Lovera dà inizio ai lavori di costruzione del canale irrigatorio del Naviglio.
1469 Con una convenzione si definiscono i confini tra il nostro comune e quello di Vernante.
1474 Il 24 gennaio la comunità di Boves si associa con Giovanni Lovera per il completamento del canale Naviglio, derivato dal Gesso in località pietra Morina (Roccavione).
1480 Muore Antonio Murro, già vicario di Boves, che per tredici anni ha capeggiato il partito avverso a Giorgino del Pozzo, scatenando nel cuneese una vera e propria guerra civile.
1480-1490 Probabile datazione degli affreschi laterali di Madonna dei Boschi.
1495 Grave carestia conseguente al passaggio delle truppe di Carlo VIII Re di Francia.
Inizia per Boves un periodo burrascoso, che si protrarrà fino al 1559, durante il quale subirà saccheggi e devastazioni sia da parte francese che degli eserciti imperiali.
1514 Il 15 novembre lo scultore Todescano termina la fonte di piazza Vecchia (Piazza dell’Olmo).
1525 Il duca Carlo III nel 1525 infeuda Boves al Comune di Cuneo, ma Emanuele Filiberto nel 1562 lo concede a Claudio di Savoia, duca di Tenda. La figlia Renata lo porta in dote nel 1572 al marito Giacomo Paillard, signore d’Urfè.
1575 Boves ritorna ad Emanuele Filiberto che lo dona al figlio Amedeo nel 1605.
1535 Antonio Torresano, colonnello al servizio dei francesi saccheggia Boves e uccide circa 140 uomini.
1557 Il Marchese del Vasto, generale imperiale, al servizio di Filippo II re di Spagna, libera Boves dai francesi e ordina l’abbattimento delle mura del Ricetto.
1550-1560 Probabile datazione degli affreschi del Giudizio Universale nel Santuario della Madonna dei Boschi.
1565 Peveragno ottiene da Emanuele Filiberto di derivare parte delle acque del Naviglio per irrigare le sue terre. Il decreto viene quasi subito revocato per la irritata opposizione di Cuneo, Boves, Borgo e Roccavione.
1568 Emanuele Filiberto, per premiare la nostra fedeltà ai Savoia, conferma gli Statuti di Boves e concede ulteriori privilegi e franchigie.
1573 Prima pubblicazione a stampa degli statuti di Boves.
1578 Un gruppo di peveragnesi, esasperati per l'opposizione all’uso delle acque del Naviglio entra in Boves il giorno di San Giacomo e uccide alcuni cittadini bovesani.
1582 Muore Giovanni Maria Pellegrino che, convertitosi al cattolicesimo, fu parroco di Boves e fondò il primo ospedale.
1583 L’antica torre del Ricetto viene convertita a campanile dell'adiacente cappella di San Giovanni.
Monsignor Scarampi, vescovo della diocesi di Mondovì, viene a Boves in visita pastorale.
Ci lascia un resoconto molto dettagliato in cui risulta che gli abitanti erano 4500 ed elenca le chiese esistenti:
1618 Odino Maria Sandri-Trotti riceve Boves dal duca Carlo Emanuele I in cambio di Rocca de’ Baldi.
1621 Boves e Peveragno sono ceduti in feudo dai Savoia ai marchesi Grimaldi di Boglio che fissano la loro residenza in piazza Vecchia, all’angolo con l'attuale via della Riscossa.
1628-1631 Durante la seconda guerra di successione del Monferrato il nostro Comune viene più volte invaso e subisce angherie da parte degli eserciti francese e spagnolo.
1630 Il consiglio comunale fa voto di solennizzare annualmente la festa della Madonna della neve il 5 agosto.
1647 Il consiglio comunale delibera di costruire il santuario votivo in onore di Sant’Antonio da Padova.
1656 La conunità bovesana, oberata dai debiti, si vede costretta a cedere provvisoriamente a privati i due mulini, la sega ad acqua, il battitoio di canapa.
1669 Il consiglio comunale delibera di costruire sulla piazza pubblica, vicino al campanile della comunità, sul sito della chiesuola di san Giovanni, la nuova chiesa parrocchiale.
1675 Il giorno 15 marzo il vescovo di Mondovì Domenico Trucchi consacra la nuova chiesa parrocchiale di San Bartolomeo.
1703 Ristampa degli statuti di Boves con dedica ad Annibale Vittorio Amedeo Grimaldi di Boglio marchese di Boves, Peveragno e barone di Montaglieur.
1721 Il consiglio comunale istituisce la Congregazione di Carità che sostituisce le Confratrie religiose di Santo Spirito e di Santa Brigida nell’opera di assistenza ai poveri e agli ammalati.
1726 Napoleone prende in possesso Boves; dopo le guerre di indipendenza Boves torna a Casa Savoia.
1744 Durante la guerra di successione austriaca la milizia bovesana, attivamente aiutata dalla popolazione, riesce a disarmare e a far prigionieri 150 soldati spagnoli impegnati nell’assedio di Cuneo.
1794 Si decide il trasferimento del cimitero, adiacente alla chiesa parrocchiale, nell’area a nord della cappella di S. Rocco e si avvia la costruzione di piazza nuova. Il giorno 6 agosto reparti di truppe rivoluzionarie francesi, occupata la valle Vermenagna, scendono dal Brusatà, colle del Moro e Renostia per una puntata a Boves ma vengono affrontati dalla nostra milizia e dopo due giorni si danno a precipitosa fuga lasciando numerosi morti e prigionieri.
1796 Il generale Napoleone Buonaparte conclude coi Savoia il trattato di Cherasco. Il giorno 27 aprile entrano in Boves circa 4.000 soldati francesi di cavalleria. Per l’occasione la nuova piazza viene battezzata “Piazza della Rivoluzione” (l'attuale Piazza Italia).
1797 Un proclama del generale REY, comandante delle truppe di occupazione, invita la popolazione ad isolare i partigiani rimasti fedeli ai Savoia e minaccia per Boves “la fine della Vandea incenerita e sottomessa”.
1799 La municipalità bovesana invita il cittadino Luigi Grimaldi a restituire carte di investitura del feudo di Boves.
Finisce il medioevo e inizia per la nostra comunità una nuova epoca storica.
Il giorno 11 novembre le truppe austriache, alleate dei Savoia, entrano in Boves e cacciano i francesi.
1800 Dopo la battaglia di Marengo, Boves ritorna in possesso dei francesi. Muoiono di epidemia e di fame 638 bovesani di cui 269 di età inferiore ai dieci anni.
1801 Il brigante Violino di Fontanelle, temerario comandante di una banda di “barbetti”, viene ucciso dai francesi in un’imboscata vicino a Madonna dell’Olmo. Boves festeggia con l’albero della libertà “la riunione alla Francia”. Per 14 anni tutti gli atti ufficiali del Comune saranno scritti in lingua francese.
1802 La congregazione di carità acquista una casa in Valgea, nell’area dell’attuale ospedale e la adatta a ricovero degli ammalati.
1814 Nel mese di maggio Boves festeggia con una parata militare il ritorno dalla Sardegna del Re Vittorio Emanuele I e la liberazione dei francesi.
1817 la nostra comunità parrocchiale si stacca da Mondovì e viene assegnata alla nuova diocesi di Cuneo.
1821 Il bovesano Giuseppe Beraudo, ufficiale dell’esercito piemontese, viene degradato e destituito per aver partecipato ai moti insurrezionali di Alessandria.
1830 A Giuseppe Mazzini, rinchiuso nel carcere di Savona, viene posta l’alternativa di scegliere tra l’esilio in terra straniera e il confino a Boves. Optò per l’esilio a Marsiglia dove fondò la Giovane Italia.
1848 Il 29 maggio il bovesano Tommaso Beraudo Comandante dei bersaglieri toscani, cade ferito a morte nella battaglia di Montanara.
1850 Muore il sacerdote bovesano Giambattista Cavallera, deputato del Parlamento subalpino, amico di Vincenzo Gioberti.
1864 Il 28 agosto, accompagnato da don Giovanni Bosco, fa il suo ingresso in Boves don Giovanni Calandri che reggerà la parrocchia fino al 1913. É una delle figure benemerite della nostra Comunità: fonda il monastero delle Clarisse, l’asilo infantile, l’asilo nido, l’orfanotrofio femminile, la casa di riposo, la società di assicurazione contro gli incendi e il circolo Silvio Pellico.
1887 Il 18 maggio transita per Boves il primo treno che percorre il tratto Cuneo-Robilante della linea Cuneo-Nizza.
1888 Il 7 ottobre, nella sala del Consiglio viene redatto e sottoscritto l’atto costitutivo della Cassa Rurale e Artigiana.
1891 Muore il senatore bovesano Giovanni Battista Borelli.
1899 La sera del 10 ottobre si inaugura l’illuminazione a luce elettrica delle piazze e delle principali vie del paese.
1902 Il 6 gennaio il Circolo “Silvio Pellico” festeggia ufficialmente la propria costruzione.
1903 Il 28 maggio viene inaugurata la linea tranviaria Cuneo-Boves e se ne auspica il proseguimento verso Peveragno/Chiusa Pesio.
1909 Tra polemiche e vivaci discussioni si costruisce il primo tratto di fognatura nel capoluogo.
1917 Il lunedì di Pasqua si scatena la “rivoluzione delle donne” capeggiata dalla “bionda di S. Giacomo”: devastati alcuni uffici comunali, si infrangono a sassate i vetri delle case dei maggiorenni del paese, si chiede l’aumento della razione del pane e si invoca il rientro dal fronte di guerra dei mariti e dei figli. Il Sindaco si dimette.
1921 Il 28 agosto viene inaugurato il monumento ai Caduti della prima guerra mondiale.
1923 Il 4 giugno la Società Cooperativa Idroelettrica Bovesana inaugura la centrale di tetto Meni in frazione Castellar e si propone di allacciare gratuitamente alla rete di distribuzione tutte le abitazioni dei bovesani che ne facciano richiesta.
1927 Nel mese di marzo viene dichiarato decaduto il Consiglio comunale democraticamente eletto che è sostituito dal primo podestà fascista.
1928 Il santuario Regina Pacis di Fontanelle viene aperto ufficialmente al culto, costruito da Don Pellegrino Agostino.
1934 Abbattuto il muro di cinta dell’antico giardino dei Conti Grimaldi viene costruita la nuova piazza del Littorio, Piazza Caduti.
1935 E’ l’anno di costruzione del nuovo palazzo municipale in piazza Italia.
1938 Il 18 luglio viene abbattuto l’olmo monumentale di piazza vecchia.
1943 Il 19 settembre 1943 reparti di SS tedesche compiono la prima rappresaglia, incendiano Boves e uccidono numerosi cittadini tra cui il parroco Don Giuseppe Bernardi, l'industriale Antonio Vassallo e don Mario Ghibaudo. Il 31 dicembre 1943 e nei giorni 1-2-3- gennaio 1944 i nazisti incendiano Boves per la seconda volta, uccidono molti civili e attaccano i partigiani sulla Bisalta.
1944 Il 1° novembre salta un treno sulla linea Cuneo-Boves, causando dieci morti tra soldati e civili, con numerosi feriti.
1945 Il 27 aprile ha luogo l’ultimo feroce eccidio da parte dei nazisti in ritirata: vengono fucilati 9 bovesani.
1958 In piena espansione edilizia, la città di Boves viene dotata del primo programma di fabbricazione.
1961 Il gonfalone di Boves è autorizzato a fregiarsi della medaglia d’oro al Valor Civile, appuntata dall’ on. Amintore Fanfani, Presidente del Consiglio dei Ministri.
1963 Il Parlamento italiano, in seduta plenaria, acclama Boves città martire e concede la medaglia d’Oro al Valor Militare. Viene a Boves in visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Antonio Segni, che decora il gonfalone e inaugura la grandiosa opera di “Casa don Bernardi” la casa delle opere parrocchiali. E’ con con lui l’on. Giulio Andreotti.
1964 Boves per i meriti acquisiti durante la guerra di Liberazione viene autorizzata a fregiarsi del titolo di Città.
Bibliografia: cronologia tratta da: “Boves, immagini di una comunità” a cura di Prof Mario Martini
Tratto da: ”Boves voci e immagini di una Comunità” – di Mario Martini
Boves esisteva già ai tempi dei romani e subì le invasioni dei Goti, dei Longobardi e dei Francesi.
815 Un diploma di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno riconosce i diritti dell’abbazia di Pedona su chiese e località del Contado di Bredolo. E’ questo il più antico documento finora ritrovato in cui compaia il nome Bovixio.
904-985 Boves subisce, con numerose altre località, le scorrerie dei Mori o Saraceni stanziati a Frassineto vicino a Nizza. A testimonianza di quegli avvenimenti rimane il Pilone del Moro ai confini tra Boves e Robilante.
1040 Boves passa dalla Contessa Adelaide al marito di questa Oddone Conte di Savoia e nel 1098 alla Chiesa d’Asti.
1095 Un atto di donazione di Bonifacio il Marchese del Vasto cita una chiesa dedicata a Santo Stefano nel territorio di Boves. Si tratta, presumibilmente, della nostra prima chiesa parrocchiale che sorgeva in possibilità sul bivio Mellana e Borgo S Dalmazzo.
1144 Alla morte di Bonifacio del Vasto, Boves passa alle dipendenze del Marchese di Busca.
1196 Il paese entra nei possedimenti del marchese di Busca Guglielmo, ma Manfredo Lancia di Busca nel 1212, sottopone parte di Boves al Vescovo d’ Asti e dopo due anni, lo vende a Guglielmo di Ceva.
1198 Gli Abitanti di Boves e di Fontanelle allora chiamata Brusaporcello, partecipano attivamente alla fondazione della città di Cuneo.
1218 Oddone di Busca vende la sua parte dei possedimenti bovesani a Manfredo III di Saluzzo che a sua volta cederà i terreni al Marchese di Ceva e infine a Galeazzo Visconi (1381).
1259-1382 Accomunati nella buona e cattiva sorte, al vicino comune di Cuneo, gli abitanti di Boves subiscono per oltre un secolo il dominio degli Angioini. Un tentativo di riscossa, coronato da un temporaneo successo, portò alla vittoriosa battaglia di Roccavione del 10 novembre 1275, ricordata dal pilone sul crinale della collina che divide Boves da Roccavione.
Le tormentate vicende personali dell’ultima regina Giovanna d’Angiò commossero e alimentarono la fantasia popolare che, tra l’altro, la ricorda ospite nel Castello della Renostia e penitente e una grotta ancora oggi chiamata “garb et la rana Giuana”,
1362 Boves viene designato dai cuneesi conte caposaldo da fortificare: risale forse a quel periodo la costruzione del Ricetto.
1396 Il giorno 26 agosto i sindaci di Boves Bertino Cerra e Giovanni Portenerio sottoscrivono a Torino, nel palazzo di piazza Castello, l’atto di sottomissione ad Amedeo di Savoia, principe di Acaia. La tradizione vuole che, a perenne ricordo dell’avvenimento sia stato piantato sulla Ripa di Boves, nell’ara del Ricetto, un olmo destinato a vivere per oltre cinque secoli.
1424 Il 10 ottobre Giovanni di Montelupo, capitano del Piemonte superiore, pronuncia la sentenza di pacificazione con l’odiato comune di Peveragno. Sulla linea di confine, ai margini della strada “spart-la-fin” viene eretto il Pilone Rosso con l’effige dei due santi patroni: San Giovanni e San Bartolomeo.
1429 A seguito del diffondersi di una terribile pestilenza vengono edificate le cappelle votive di san Sebastiano e di San Rocco.
1446 La nostra parrocchia, finora sotto la giurisdizione del vescovo di Asti, passa alle dipendenze della diocesi di Mondovì.
1460 I sindaci Giovanni Peano e Martino Toscano firmano una convenzione col Comune di Cuneo “volendo vivere pacificamente e porre fine ad ogni litigio presente e futuro”.
1466 Il nobile cuneese Giovanni Lovera dà inizio ai lavori di costruzione del canale irrigatorio del Naviglio.
1469 Con una convenzione si definiscono i confini tra il nostro comune e quello di Vernante.
1474 Il 24 gennaio la comunità di Boves si associa con Giovanni Lovera per il completamento del canale Naviglio, derivato dal Gesso in località pietra Morina (Roccavione).
1480 Muore Antonio Murro, già vicario di Boves, che per tredici anni ha capeggiato il partito avverso a Giorgino del Pozzo, scatenando nel cuneese una vera e propria guerra civile.
1480-1490 Probabile datazione degli affreschi laterali di Madonna dei Boschi.
1495 Grave carestia conseguente al passaggio delle truppe di Carlo VIII Re di Francia.
Inizia per Boves un periodo burrascoso, che si protrarrà fino al 1559, durante il quale subirà saccheggi e devastazioni sia da parte francese che degli eserciti imperiali.
1514 Il 15 novembre lo scultore Todescano termina la fonte di piazza Vecchia (Piazza dell’Olmo).
1525 Il duca Carlo III nel 1525 infeuda Boves al Comune di Cuneo, ma Emanuele Filiberto nel 1562 lo concede a Claudio di Savoia, duca di Tenda. La figlia Renata lo porta in dote nel 1572 al marito Giacomo Paillard, signore d’Urfè.
1575 Boves ritorna ad Emanuele Filiberto che lo dona al figlio Amedeo nel 1605.
1535 Antonio Torresano, colonnello al servizio dei francesi saccheggia Boves e uccide circa 140 uomini.
1557 Il Marchese del Vasto, generale imperiale, al servizio di Filippo II re di Spagna, libera Boves dai francesi e ordina l’abbattimento delle mura del Ricetto.
1550-1560 Probabile datazione degli affreschi del Giudizio Universale nel Santuario della Madonna dei Boschi.
1565 Peveragno ottiene da Emanuele Filiberto di derivare parte delle acque del Naviglio per irrigare le sue terre. Il decreto viene quasi subito revocato per la irritata opposizione di Cuneo, Boves, Borgo e Roccavione.
1568 Emanuele Filiberto, per premiare la nostra fedeltà ai Savoia, conferma gli Statuti di Boves e concede ulteriori privilegi e franchigie.
1573 Prima pubblicazione a stampa degli statuti di Boves.
1578 Un gruppo di peveragnesi, esasperati per l'opposizione all’uso delle acque del Naviglio entra in Boves il giorno di San Giacomo e uccide alcuni cittadini bovesani.
1582 Muore Giovanni Maria Pellegrino che, convertitosi al cattolicesimo, fu parroco di Boves e fondò il primo ospedale.
1583 L’antica torre del Ricetto viene convertita a campanile dell'adiacente cappella di San Giovanni.
Monsignor Scarampi, vescovo della diocesi di Mondovì, viene a Boves in visita pastorale.
Ci lascia un resoconto molto dettagliato in cui risulta che gli abitanti erano 4500 ed elenca le chiese esistenti:
- Chiesa parrocchiale di san Bartolomeo – attuale chiesa vecchia.
- Oratorio dei disciplinati di Santa Croce, nell’area del ricetto.
- Chiesa di S.Giovanni evangelista e di Santa Maria Maddalena, nell’area dell’attuale parrocchiale.
- Chiesa di Sant’Anselmo nell’area del Ricetto.
- Chiesa di San Rocco in via Peveragno.
- Chiesa di Sant’Antonio , nell’area del Ricetto.
- Chiesa di San Gregorio.
- Chiesa di San Giovanni Battista, in Fontanelle
- Chiesa di Santa Maria del Bosco, in Roncaia.
- Chiesa di San Francesco
1618 Odino Maria Sandri-Trotti riceve Boves dal duca Carlo Emanuele I in cambio di Rocca de’ Baldi.
1621 Boves e Peveragno sono ceduti in feudo dai Savoia ai marchesi Grimaldi di Boglio che fissano la loro residenza in piazza Vecchia, all’angolo con l'attuale via della Riscossa.
1628-1631 Durante la seconda guerra di successione del Monferrato il nostro Comune viene più volte invaso e subisce angherie da parte degli eserciti francese e spagnolo.
1630 Il consiglio comunale fa voto di solennizzare annualmente la festa della Madonna della neve il 5 agosto.
1647 Il consiglio comunale delibera di costruire il santuario votivo in onore di Sant’Antonio da Padova.
1656 La conunità bovesana, oberata dai debiti, si vede costretta a cedere provvisoriamente a privati i due mulini, la sega ad acqua, il battitoio di canapa.
1669 Il consiglio comunale delibera di costruire sulla piazza pubblica, vicino al campanile della comunità, sul sito della chiesuola di san Giovanni, la nuova chiesa parrocchiale.
1675 Il giorno 15 marzo il vescovo di Mondovì Domenico Trucchi consacra la nuova chiesa parrocchiale di San Bartolomeo.
1703 Ristampa degli statuti di Boves con dedica ad Annibale Vittorio Amedeo Grimaldi di Boglio marchese di Boves, Peveragno e barone di Montaglieur.
1721 Il consiglio comunale istituisce la Congregazione di Carità che sostituisce le Confratrie religiose di Santo Spirito e di Santa Brigida nell’opera di assistenza ai poveri e agli ammalati.
1726 Napoleone prende in possesso Boves; dopo le guerre di indipendenza Boves torna a Casa Savoia.
1744 Durante la guerra di successione austriaca la milizia bovesana, attivamente aiutata dalla popolazione, riesce a disarmare e a far prigionieri 150 soldati spagnoli impegnati nell’assedio di Cuneo.
1794 Si decide il trasferimento del cimitero, adiacente alla chiesa parrocchiale, nell’area a nord della cappella di S. Rocco e si avvia la costruzione di piazza nuova. Il giorno 6 agosto reparti di truppe rivoluzionarie francesi, occupata la valle Vermenagna, scendono dal Brusatà, colle del Moro e Renostia per una puntata a Boves ma vengono affrontati dalla nostra milizia e dopo due giorni si danno a precipitosa fuga lasciando numerosi morti e prigionieri.
1796 Il generale Napoleone Buonaparte conclude coi Savoia il trattato di Cherasco. Il giorno 27 aprile entrano in Boves circa 4.000 soldati francesi di cavalleria. Per l’occasione la nuova piazza viene battezzata “Piazza della Rivoluzione” (l'attuale Piazza Italia).
1797 Un proclama del generale REY, comandante delle truppe di occupazione, invita la popolazione ad isolare i partigiani rimasti fedeli ai Savoia e minaccia per Boves “la fine della Vandea incenerita e sottomessa”.
1799 La municipalità bovesana invita il cittadino Luigi Grimaldi a restituire carte di investitura del feudo di Boves.
Finisce il medioevo e inizia per la nostra comunità una nuova epoca storica.
Il giorno 11 novembre le truppe austriache, alleate dei Savoia, entrano in Boves e cacciano i francesi.
1800 Dopo la battaglia di Marengo, Boves ritorna in possesso dei francesi. Muoiono di epidemia e di fame 638 bovesani di cui 269 di età inferiore ai dieci anni.
1801 Il brigante Violino di Fontanelle, temerario comandante di una banda di “barbetti”, viene ucciso dai francesi in un’imboscata vicino a Madonna dell’Olmo. Boves festeggia con l’albero della libertà “la riunione alla Francia”. Per 14 anni tutti gli atti ufficiali del Comune saranno scritti in lingua francese.
1802 La congregazione di carità acquista una casa in Valgea, nell’area dell’attuale ospedale e la adatta a ricovero degli ammalati.
1814 Nel mese di maggio Boves festeggia con una parata militare il ritorno dalla Sardegna del Re Vittorio Emanuele I e la liberazione dei francesi.
1817 la nostra comunità parrocchiale si stacca da Mondovì e viene assegnata alla nuova diocesi di Cuneo.
1821 Il bovesano Giuseppe Beraudo, ufficiale dell’esercito piemontese, viene degradato e destituito per aver partecipato ai moti insurrezionali di Alessandria.
1830 A Giuseppe Mazzini, rinchiuso nel carcere di Savona, viene posta l’alternativa di scegliere tra l’esilio in terra straniera e il confino a Boves. Optò per l’esilio a Marsiglia dove fondò la Giovane Italia.
1848 Il 29 maggio il bovesano Tommaso Beraudo Comandante dei bersaglieri toscani, cade ferito a morte nella battaglia di Montanara.
1850 Muore il sacerdote bovesano Giambattista Cavallera, deputato del Parlamento subalpino, amico di Vincenzo Gioberti.
1864 Il 28 agosto, accompagnato da don Giovanni Bosco, fa il suo ingresso in Boves don Giovanni Calandri che reggerà la parrocchia fino al 1913. É una delle figure benemerite della nostra Comunità: fonda il monastero delle Clarisse, l’asilo infantile, l’asilo nido, l’orfanotrofio femminile, la casa di riposo, la società di assicurazione contro gli incendi e il circolo Silvio Pellico.
1887 Il 18 maggio transita per Boves il primo treno che percorre il tratto Cuneo-Robilante della linea Cuneo-Nizza.
1888 Il 7 ottobre, nella sala del Consiglio viene redatto e sottoscritto l’atto costitutivo della Cassa Rurale e Artigiana.
1891 Muore il senatore bovesano Giovanni Battista Borelli.
1899 La sera del 10 ottobre si inaugura l’illuminazione a luce elettrica delle piazze e delle principali vie del paese.
1902 Il 6 gennaio il Circolo “Silvio Pellico” festeggia ufficialmente la propria costruzione.
1903 Il 28 maggio viene inaugurata la linea tranviaria Cuneo-Boves e se ne auspica il proseguimento verso Peveragno/Chiusa Pesio.
1909 Tra polemiche e vivaci discussioni si costruisce il primo tratto di fognatura nel capoluogo.
1917 Il lunedì di Pasqua si scatena la “rivoluzione delle donne” capeggiata dalla “bionda di S. Giacomo”: devastati alcuni uffici comunali, si infrangono a sassate i vetri delle case dei maggiorenni del paese, si chiede l’aumento della razione del pane e si invoca il rientro dal fronte di guerra dei mariti e dei figli. Il Sindaco si dimette.
1921 Il 28 agosto viene inaugurato il monumento ai Caduti della prima guerra mondiale.
1923 Il 4 giugno la Società Cooperativa Idroelettrica Bovesana inaugura la centrale di tetto Meni in frazione Castellar e si propone di allacciare gratuitamente alla rete di distribuzione tutte le abitazioni dei bovesani che ne facciano richiesta.
1927 Nel mese di marzo viene dichiarato decaduto il Consiglio comunale democraticamente eletto che è sostituito dal primo podestà fascista.
1928 Il santuario Regina Pacis di Fontanelle viene aperto ufficialmente al culto, costruito da Don Pellegrino Agostino.
1934 Abbattuto il muro di cinta dell’antico giardino dei Conti Grimaldi viene costruita la nuova piazza del Littorio, Piazza Caduti.
1935 E’ l’anno di costruzione del nuovo palazzo municipale in piazza Italia.
1938 Il 18 luglio viene abbattuto l’olmo monumentale di piazza vecchia.
1943 Il 19 settembre 1943 reparti di SS tedesche compiono la prima rappresaglia, incendiano Boves e uccidono numerosi cittadini tra cui il parroco Don Giuseppe Bernardi, l'industriale Antonio Vassallo e don Mario Ghibaudo. Il 31 dicembre 1943 e nei giorni 1-2-3- gennaio 1944 i nazisti incendiano Boves per la seconda volta, uccidono molti civili e attaccano i partigiani sulla Bisalta.
1944 Il 1° novembre salta un treno sulla linea Cuneo-Boves, causando dieci morti tra soldati e civili, con numerosi feriti.
1945 Il 27 aprile ha luogo l’ultimo feroce eccidio da parte dei nazisti in ritirata: vengono fucilati 9 bovesani.
1958 In piena espansione edilizia, la città di Boves viene dotata del primo programma di fabbricazione.
1961 Il gonfalone di Boves è autorizzato a fregiarsi della medaglia d’oro al Valor Civile, appuntata dall’ on. Amintore Fanfani, Presidente del Consiglio dei Ministri.
1963 Il Parlamento italiano, in seduta plenaria, acclama Boves città martire e concede la medaglia d’Oro al Valor Militare. Viene a Boves in visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Antonio Segni, che decora il gonfalone e inaugura la grandiosa opera di “Casa don Bernardi” la casa delle opere parrocchiali. E’ con con lui l’on. Giulio Andreotti.
1964 Boves per i meriti acquisiti durante la guerra di Liberazione viene autorizzata a fregiarsi del titolo di Città.
Bibliografia: cronologia tratta da: “Boves, immagini di una comunità” a cura di Prof Mario Martini
1965 Boves festeggia con una solenne cerimonia il suo titolo di “Città”. E’ presente l’on . Adolfo Sarti.
1967 Visita ufficiale del Presidente del Consiglio on. Aldo Moro.
1978 Visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Sandro Pertini, consegna a Boves la medaglia d’oro al Valor Civile.
1982 Muore a Roma Adriana Filippi la pittrice della resistenza bovesana.
1983 Gemellaggio con Castello di Godego (Treviso), si concretizza l’idea di istituire una Scuola di Pace nelle due città martiri.
1984 Per volontà del Sindaco Piergiorgio Peano, l’Amministrazione Comunale istituisce la Scuola di Pace, patrocinata dal Ministero degli Interni. Nello stesso anno il Sermig di Torino assegna il premio “Artigiano della Pace 1984” al sindaco e alla città di Boves.
1986 Iniziano i corsi di formazione della Scuola di Pace con il prof. Francesco Traniello, docente di Storia Contemporanea nell’ Università di Torino.
1993 Visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Oscar Luigi Scalfaro.
2003 Visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Carlo Azeglio Ciampi.
2010 Gemellaggio tra Boves e la città francese di Mauguio.
2011 Muore il 25 giugno lo storico bovesano prof. Mario Martini, sindaco della città (1955-1960),
Presidente della Provincia (1970-75), scrittore di molti libri su Boves (“Boves da sudditi a cittadini”, “L’albero della libertà" "Cronache bovesane dal 1793 al 1943”, “Boves, voci e immagini di una Comunità”, “Boves dal medio Evo al 2000”, “Ciaciarade” “La mia Provincia”, “Boves dal 1945 al 2000” oltre numerosi articoli di storia e vita bovesana pubblicati su “ Il Giornale di Boves”.
2013 Nel mese di febbraio S. E. Mons. Giuseppe Cavallotto Vescovo della Diocesi di Cuneo-Fossano viene a Boves in visita pastorale.
Il 27, 28 e 29 aprile a Castello di Godego (Treviso) e poi il 19 settembre a Boves, si festeggiano i 30 anni di istituzione della Scuola di Pace e del gemellaggio tra le due città martiri. In questo anno ricorrono i 100 anni della morte di Mons. Calandri, parroco di Boves che diede vita a numerose opere di carità ed assistenza quali: l’orfanotrofio, l’asilo, il nido (per i figli delle donne che lavoravano nella filanda), la casa di riposo e l’ospedale. Il 31 maggio 2013, nella Chiesa del Monastero delle Clarisse, Mons. Giuseppe Cavallotto Vescovo proclama l’apertura ufficiale della causa di beatificazione del parroco don Giuseppe Bernardi e del vice-parroco don Mario Ghibaudo, uccisi entrambi il 19 settembre 1943 per mano nazista.
1967 Visita ufficiale del Presidente del Consiglio on. Aldo Moro.
1978 Visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Sandro Pertini, consegna a Boves la medaglia d’oro al Valor Civile.
1982 Muore a Roma Adriana Filippi la pittrice della resistenza bovesana.
1983 Gemellaggio con Castello di Godego (Treviso), si concretizza l’idea di istituire una Scuola di Pace nelle due città martiri.
1984 Per volontà del Sindaco Piergiorgio Peano, l’Amministrazione Comunale istituisce la Scuola di Pace, patrocinata dal Ministero degli Interni. Nello stesso anno il Sermig di Torino assegna il premio “Artigiano della Pace 1984” al sindaco e alla città di Boves.
1986 Iniziano i corsi di formazione della Scuola di Pace con il prof. Francesco Traniello, docente di Storia Contemporanea nell’ Università di Torino.
1993 Visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Oscar Luigi Scalfaro.
2003 Visita ufficiale del Presidente della Repubblica on. Carlo Azeglio Ciampi.
2010 Gemellaggio tra Boves e la città francese di Mauguio.
2011 Muore il 25 giugno lo storico bovesano prof. Mario Martini, sindaco della città (1955-1960),
Presidente della Provincia (1970-75), scrittore di molti libri su Boves (“Boves da sudditi a cittadini”, “L’albero della libertà" "Cronache bovesane dal 1793 al 1943”, “Boves, voci e immagini di una Comunità”, “Boves dal medio Evo al 2000”, “Ciaciarade” “La mia Provincia”, “Boves dal 1945 al 2000” oltre numerosi articoli di storia e vita bovesana pubblicati su “ Il Giornale di Boves”.
2013 Nel mese di febbraio S. E. Mons. Giuseppe Cavallotto Vescovo della Diocesi di Cuneo-Fossano viene a Boves in visita pastorale.
Il 27, 28 e 29 aprile a Castello di Godego (Treviso) e poi il 19 settembre a Boves, si festeggiano i 30 anni di istituzione della Scuola di Pace e del gemellaggio tra le due città martiri. In questo anno ricorrono i 100 anni della morte di Mons. Calandri, parroco di Boves che diede vita a numerose opere di carità ed assistenza quali: l’orfanotrofio, l’asilo, il nido (per i figli delle donne che lavoravano nella filanda), la casa di riposo e l’ospedale. Il 31 maggio 2013, nella Chiesa del Monastero delle Clarisse, Mons. Giuseppe Cavallotto Vescovo proclama l’apertura ufficiale della causa di beatificazione del parroco don Giuseppe Bernardi e del vice-parroco don Mario Ghibaudo, uccisi entrambi il 19 settembre 1943 per mano nazista.