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Immagine
Chiesa dalla Santissima Trinità (Chiesa Vecchia)
 (detta Chiesa Vecchia dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale in Piazza dell’Olmo)

Non si è in condizione di stabilire in quali anni Chiesa Vecchia  sia stata edificata  perché i documenti d’archivio sono troppo generici e si limitano a ricordare che, secondo la tradizione, sarebbe stata costruita nel 1400. Ma a quella data Boves era già un comune con una lunga storia, dotato di Statuti secolari che si aprivano con il nome di S. Bartolomeo, ed è pertanto ipotizzabile che la chiesa parrocchiale sia stata costruita non più tardi del periodo compreso tra la fine del 1200 e la prima metà del 1300. Considerata l’epoca in cui venne edificata, era una costruzione decorosa  e di tutto prestigio.
Fu chiesa parrocchiale fino al 1675, essa fu oggetto di particolare cura da parte dei fedeli bovesani  che ne fecero affrescare le pareti e dotarono le due navate laterali  di ben nove altari, tra cui l’altare maggiore, l’altare dedicato  a S. Stefano, l’altare della Conversione di S. Paolo (fatto  costruire a proprie spese  da Don Pellegrino parroco di Boves) sei dei quali assegnati a compagnie religiose  e gli altri concessi in patrocinio alle famiglie.
La chiesa era inoltre dotata di una casa canonica, con annesso il giardino, per la residenza del parroco. Lungo il lato nord, nel terreno meno esposto al sole, si trovava l’area cimiteriale contraddistinta  da una croce centrale e circondata da un basso muretto di cinta. Nel cimitero, accumulati in grandi fosse cosparse di calce venivano tumulati i comuni cittadini; i sacerdoti, i membri delle famiglie particolarmente autorevoli  e soci delle compagnie religiose godevano invece del privilegio di essere sepolti nei sotterranei della chiesa.
Fu centro religioso-spirituale della comunità bovesana per oltre tre secoli, fino a quando, nel 1675, venne edificata l’attuale Chiesa Parrocchiale di S. Bartolomeo in piazza dell’ Olmo, nell’antica Ripa di Boves. Da allora Chiesa Vecchia sotto il titolo della Mercede o Redenzione degli schiavi, divenne sede della Confraternita della Santissima Trinità, fondata il 13 maggio dello stesso anno e la Confratria di Santo Spirito, ora scomparse. Con le elemosine raccolte  tra gli iscritti, i lasciti e le donazioni, provvedevano al medico, alle medicine per gli ammalati poveri distribuendo cibo a coloro che avevano bisogno.
Malgrado la buona volontà e l’impegno finanziario degli stessi confratelli e dei vari cappellani, le strutture portanti della chiesa  andarono progressivamente degradando anche a causa dell’umidità  dell’area, soggetta alle frequenti piene del Bedale e circondata da acquitrini usati come marcite (in bovesano nasòu) per la macerazione della canapa.
Alle scopo di evitare ulteriori danni e scongiurare possibili crolli, verso il 1880 il parroco don Giovanni Calandri procedette alla radicale trasformazione  della chiesa, rafforzando e bonificando le fondazioni, sostituendo  le colonne con massicci pilastri in muratura, rifacendo la volta e trasferendo   l’ingresso  sul lato prospiciente il piazzale. Gli affreschi della volta e la decorazione delle pareti  interne completarono l’opera e la chiesa acquistò  una funzionalità e un decoro  che mai aveva avuto in passato. Tuttavia già allora, suscitò  qualche perplessità il fatto che i lavori fossero stati condotti avendo di mira soltanto il raggiungimento di finalità pratiche, stravolgendo però completamente la struttura originaria e cancellando le linee architettoniche d’arte religiosa romanica di uno dei più significativi  monumenti storici della nostra comunità.  
 
La Guida di venerdi 14 luglio 2000 dice: Si sono conclusi la settimana scorsa i lavori di pavimentazione a cubetti davanti alla Chiesa, dove sono state anche sistemate fioriere e panchine con un piccolo parco giochi per bambini.
E’ sorta in tal modo  una bella area, un nuovo piazzale di rispetto alla chiesa.
Il nuovo piazzale offre uno spazio ordinato che dà respiro a tutta l’area e va ad aggiungersi ai numerosi interventi  di risanamento della Chiesa, sia interni che esterni, che si sono svolti in questi anni, allo scopo di migliorarne le condizioni di salubrità ed estetica, anche tramite  la tinteggiatura  dell’edificio  e del campanile, fino alle definizione di particolari pregevoli, come il quadro dell’orologio. Negli interventi è stato tenuto conto delle difficoltà che le barriere architettoniche rappresentano per i portatori di handicap e sono stati realizzati scivoli di accesso.

 Tratto da: 
*”Il giornale di Boves” - agosto 1992 - Viaggio nel nostro passato: Chiesa Vecchia - a cura del Prof. Mario Martini    
*”La “Guida”  venerdì 14 aprile 2000

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