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Immagine
Chiesa parrocchiale di San Lorenzo
  (in frazione  Fontanelle)
 
Origine
L’Iscrizione incisa sulla fronte della chiesa parrocchiale di San Lorenzo vorrebbe far risalire l’origine  di questa chiesa all’inizio del secolo quarto. Gli stessi bovesani del secolo scorso si rifecero in parte a questa tradizione, indicando in essa l’inizio remoto del titolo parrocchiale e del nucleo abitato più importante, trapiantato sempre più verso Est, partendo dalla chiesa di S. Maria Maddalena di Brusaporcello, presso l’omonimo castello, nel cuore delle colline di Fontanelle, passando per S. Stefano, poi nella chiesa vecchia ed, infine, nell’attuale parrocchiale di S. Bartolomeo. Le prime notizie sicure nei secoli XIII e XIV attestano l’esistenza contemporanea e separata di due chiese parrocchiali:  di S. Bartolomeo “de Bovesio” e di S. Maria “de Brusaporcello”.
L’attestazione di questa lapide è testimonianza molto labile  che la prima organizzazione ecclesiastica abbia avuto qui uno dei primordi (quella che divenne poi la pieve di Pedona), cosa reclamata per sé da Borgo e da Roccavione. E’ comunque sicuro un duplice periodo di elementi:
Sec. XII-XIV: esistenza della parrocchia di S. Maria di Brusaporcello.
1345: elenco delle chiese che pagano cattedratico al Vescovo di Asti, e compresenza di ambedue le parrocchie di S. Maria e di S. Bartolomeo.
Sec. XV: già all’inizio di questo secolo risulta che il parroco di Boves esercita il ministero nella  chiesa di Brusaporcello, centro che in quegli anni è in decadenza e conteso tra Cuneo e Boves.
Le chiese di questa zona sarebbero state più volte distrutte e ricostruite.
1583: dalla visita apostolica di Mons. Scarampi non sono nominate chiese di questa zona, se non forse la chiesa campestre di San Giovanni Battista dipendente del Priorato di S. Anselmo (posto tra  Cuneo e Castelletto Stura), che assieme a quel che rimaneva del Priorato di S. Stefano di Boves esercitava il suo ministero e la sua influenza su tutta la zona del Vilasco; ma questo priorato venne soppresso proprio in quegli anni (nel 1592).
 
Vicende storiche
Sec. XVII: trasformazione dell’antica cappella di S. Maria Maddalena nella più grande cappella di      S. Lorenzo.
1913: 2 giugno, costituzione della Parrocchia di Fontanelle, con sede e patrono in S. Lorenzo.
1914: Don Pellegrino Agostino, nominato primo parroco, progetta una nuova Chiesa Parrocchiale più ampia.
1923: inizia la costruzione di una nuova Chiesa  Parrocchiale non lontana dalla vecchia.
1923: 14 Settembre: la costruzione iniziata crolla, a seguito di violenti temporali, e viene abbandonata.
1924: inizio di una nuova Chiesa Parrocchiale, pensata come Santuario mariano, sul luogo dove sorge l’attuale Santuario.
1928: 14 luglio: inaugurazione del Santuario “REGINA PACIS” eretta a comparrocchiale e graduale trasferimento delle  attività parrocchiali nei nuovi locali presso il Santuario.
 
Ambientazione
La chiesa si trova al fondo della conca in cui è situata la borgata di Fontanelle, lungo la strada principale al punto quasi sbarrato in cui essa si divide per varie salite alla collina allargandosi davanti alla chiesa in una piccola piazzetta. L’asse longitudinale della chiesa è parallela a questa strada anzi quasi la continua con andamento all’incirca da nord, dov’è la facciata  a sud.
 
L’insieme dell’edificio
E’ riconoscibile in tutta la conca prealpina per lo slanciato campanile, la sua facciata che si interpone nella strada facendo quasi da meta ad essa con una certa pretesa classicheggiante, con i suoi ordini, le lesene e il grande spiovente curvilineo degradante sulla navata laterale. Avvicinandosi alla piccola piazzetta che costituiva il cuore della vecchia frazione si ravvisano meglio i caratteri originali di modesta cappella campestre, con le due basse finestre devozionali a lato della porta, normalmente chiusa; il tono di una certa grandezza a respiro dell’edificio conferitogli dall’allargamento della navata laterale sul lato ovest, aperta verso la piazzetta con una porta, è pesantemente soffocato dalla canonica ed opere parrocchiali malamente addossate allo spigolo Est della facciata, mascherandone la parte relativa alla navata laterale est. Completamente libero da costruzioni e gradevole nella sua impostazione semplicissima è la fiancata ovest, lungo la prosecuzione della strada su cui si apre presso il campanile, una porta di accesso al coro e così pure è libera la parete di fondo, mentre il lato Est è occupato parzialmente dalla Sacrestia, ed è prospiciente l’orto della casa parrocchiale.
 
La pianta della Chiesa
L’interno dell’edificio è semplice ed abbastanza proporzionato, imperniato sulla navata centrale scandita lateralmente dalle lesene in cinque campi e ricoperta da una volte a botte con costoloni ed unghiature, in cui si aprono le finestre; le due navate laterali, sono lunghe solo i tre quinti di quella centrale, con volte impostate a crociera, e anch’esse illuminate da finestre laterali. La presenza della balaustra all’altezza del termine delle navate laterali sottolinea la continuità dell’aula nelle tre navate, come un grande quadrato, rotto dai pilastri, ma pensato tutto per i fedeli, con la conferma di ciò nel fatto che i due altari laterali addossati alla parete terminale in cima alle due navate minori, non hanno recinto di balaustra. Unico spazio riservato in questa grande area, era il piccolo recinto in ferro battuto, che racchiudeva  nella navata laterale a sinistra il battistero con la vasca battesimale attaccata alla parete. Dei due quinti della navata centrale, presenti al di là della balaustra e con pavimento rialzato di un gradino rispetto a quello dell’aula, la prima metà è dedicata a presbiterio, che accoglie un grande altare in marmo e muratura, con due gradini di predella e un dosale molto largo dominato da un grande tabernacolo che fa da quinta al coro retrostante. La parte restante, dietro l’altare è sede di ampio e luminoso coro, ai cui lati due porte immettono rispettivamente nella sacrestia, lato est, e all’esterno nella strada a ovest, mentre una porticina sullo stesso lato, ma nel presbiterio, immette al campanile.
Da notare infine che la chiesa non ha tribuna, ma riceve luce anche dalla facciata oltre che dalle due finestre devozionali, anche da ampia finestra  centrale in alto.
 
Il discorso iconografico
La chiesa è dedicata a S. Lorenzo, a S. Maria Maddalena, e S. Pietro. I primi due santi compaiono inginocchiati ai piedi della Vergine col Bambino, raffigurati nella tela, settecentesca posta sulla parete di fondo del coro. S. Pietro compare nella pala dell’altare a lui dedicato  in capo alla navata ovest, assieme a S. Rocco, ai piedi della vergine  che presenta Gesù Bambino. Tutti questi santi, assieme forse a S. Margherita d’Antiochia, sono raffigurati nell’affresco della volta del coro. Negli affreschi ottocenteschi della volta, sopra l’aula, in due scomparti distinti sono rappresentati San Lorenzo glorificato e attorniato da angioletti che portano in cielo la graticola della tortura da lui subita e S. Maria Maddalena penitente in una grotta. Altri due riquadri dell’affrescatura della volta contengono, l’uno, sopra il presbiterio, un’Ostia radiosa e l’altro, verso l’ingresso, Davide con l’arpa.
 Anche nelle raffigurazioni statuarie, forse già di questo secolo, ritroviamo una statua della Maddalena penitente posta nella navata est ed un’altra di San Lorenzo, a lato del presbiterio verso l’aula e in parallelo ad una statua di San Magno. Una statua del  S. Cuore troneggia sull’altare ad est, mentre tre altre statue in nicchie o angoli diversi della chiesa raffigurano la Vergine Santissima. La Vergine compare ancora in una tela tra S. Francesco  e  S. Chiara, posta in controfacciata, a fianco di altra tela raffigurante S. Caterina d’Alessandria. Curiosità infine da notare sono le lapidi: una  era in facciata e ricorda la pretesa erezione di una chiesa in questo sito fin dal secolo IV, altre due più piccole sono dedicate a ricordo dei due fratelli benemeriti di questa parrocchia: don Matteo Pellegrino che preparò l’erezione della Madonna di Fontanelle nel 1913 per andare poi parroco a Caraglio e poi vescovo a Bobbio  e  don Agostino Pellegrino, fondatore  della nuova parrocchia Santuario di Regina Pacis. Un’altra lapide in controfacciata ricorda i benefattori insigni di questa chiesa.  A  conclusione non dobbiamo tralasciare una osservazione forse interessante: i santi la cui  immagine è in posizione chiave ed è ripetuta e cioè, la Madonna, S. Lorenzo, S. Pietro  e S. Maria Maddalena, sono tutti di antichissima venerazione nel popolo cristiano e il loro culto si è diffuso in particolare nella Tarda Antichità e nel Medioevo.
E’ un particolare che, nonostante la recente  fattura delle loro immagini, ricorda che siamo in una chiesetta che si sente erede di una presenza cristiana molto antica.

Tratto da: “ Boves voci immagini di una comunità” del Prof.  Mario Martini   - pagg. 193,196                        

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